L’ occasione è quella della presentazione del menù di primavera-estate del Sapio Restaurant.
Varcata la soglia del locale, ad accoglierci c’è un giovane staff capitanato dal Maître Roberta Cozzetto, braccio destro dello Chef e titolare Alessandro Ingiulla, arrivato subito dopo a darci il benvenuto.
Appena entrati il bagliore bianco della sala distensivo e avvolgente, lascia intendere come il cibo sia il grande protagonista, una scelta ponderata ed elegante, che ritroviamo in ogni dettaglio: tutto è pensato in armonia con il gusto.
Non c’è luogo speciale che non celi una sorpresa, ed in questo il Sapio non fa eccezione: all’interno del locale è stata recuperata la cantina, uno spazio intimo, nel quale è possibile assaporare le portate ammantati da un’atmosfera unica, circondati soltanto dalle bottiglie che riposano placidamente, in attesa di essere stappate.
L’esuberanza e la creatività dello Chef si percepiscono immediatamente, fin dalle entrée, che si manifestano raffinate all’estetica e poi al palato.
Fra tutte emerge un goduriosissimo bicchierino di crema di corallo accompagnato da un croccante e fresco cracker al prezzemolo. Superlativo il mini croissant al cipollotto e turbante di alice, un incontro dolce e salato equilibrato e inconsueto.
Una volta preso posto, arriva sulla tavola una scelta al vassoio di pani: un mix tra tradizione e rivisitazione, un omaggio alla cultura del pane, probabilmente un richiamo alle origini dello Chef, originario di Santa Maria di Licodia, un paesino in provincia di Catania, dove la panificazione è sacra, in tutti i sensi.
Insieme al pane giunge la prima dichiarazione da parte della cucina: un piattino con un delizioso burro che arriva apposta dalla Francia, ci racconta come lo Chef Ingiulla abbia fatto propri certi sapori conosciuti viaggiando e lavorando all’estero; viene servito contestualmente un altro piattino con l’olio extra vergine d’oliva di produzione propria della famiglia dello Chef, che riporta sull’etichetta il nome “Elaìa” (dal greco antico significa” oliva”) simbolo di quell’appartenenza mediterranea che non manca nel menù del Sapio, ed è certamente un tributo alle radici.
Seguono le portate che ci accompagnano dentro la fantasia di Alessandro Ingiulla, in un caleidoscopio di sapori elaborati con padronanza di tecnica e gusto per l’inusuale: il gambero rosso dei nostri mari che si accompagna a una robiola fresca di capra Gigentana, il vitello tonnato crudo con delicati accenti di scagliette di tartufo Siciliano, lo spaghetto freddo con centrifuga di pomodoro e olio nuovo dell’Etna, il risotto riserva 7 anni mantecato al ragusano dop e sugo all’aglio nero, la tenera sella di coniglio presentata con verdurine di stagione cotte e crude, fino al petto e coscia di piccione servito con croccanti fave di cacao e una rinfrescante radice di prezzemolo al balsamico invecchiato 30 anni.
Nel frattempo il Maître ha proposto in perfetto abbinamento le migliori espressioni del vino del vulcano, spaziando dall’Etna Bianco di Benanti del 2016 al Salisire di Vivera, approdando ad un ricercato Etna Rosato del 2017 Piano dei Daini di Tenuta Terra di Bosco, per poi toccare la vetta più alta con un altro territorio arrivando in Piemonte con un Gattinara DOCG del 2014 firmato dalle cantine Nervi, un Nebbiolo dal tannino setoso e avvolgente, ed infine concludere con la freschezza e l’acidità di un Riesling della Mosella.
Un percorso che si chiude in bellezza con lo spettacolo dei dolci: il trionfo estivo del biancomangiare alle mandorle di Avola, la Tartelletta agli agrumi dell’orto, e un cofanetto di piccola pasticceria finissima e invitante che racchiude come in un carosello i dolci siciliani per eccellenza.
Quando uno Chef è capace di raccontare una storia, un viaggio o un’emozione attraverso i suoi piatti, come sa fare Alessandro Ingiulla, che con il suo stile unico è una giovane promessa della cucina italiana, succedono sempre cose straordinarie, che siamo certi non tarderanno ad arrivare per questo talentuoso venticinquenne con davanti un futuro luminoso e ancora tutto da scrivere.