Catania Corso Italia, caffetteria Punto.
Giacomo Puglisi ci aspetta con il suo doppiopetto, declinato in versione casual, beve una spremuta d’arancia e zenzero e lavora al suo nuovo progetto.
Decide di parlacene in anteprima mentre organizzata la prossima riunione che vedrà nascere Ginestra.
Giacomo ha lo sguardo che non ti perde mai, non ci sono dettagli che possano sfuggirgli ed è in grado di vedere oltre gli abiti e gli accessori che indossi.
Affermato consulente d’immagine per l’accademia del Lusso, la scuola italiana specializzata nella formazione di figure professionali per la moda ed il design, Giacomo ama frequentare Milano e ha già partecipato ad importanti progetti di comunicazione collaborando con Ancarani e Isola Bella gioielli.
Inizia la sua carriera a 15 anni diventando un giovante talento a 17 come parrucchiere, poi si avvicina al trucco ed infine cresce come regista e consulente d’immagine fotografica.
Oggi nasce per lui l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, un progetto vissuto come un dono da fare alle donne che hanno affrontato una malattia o un tumore e che vogliono ricominciare. E ne parliamo in occasione della giornata dedicata alle donne proprio perché Giacomo oggi inizia ufficialmente questo nuovo percorso professionale.
Come nasce l’idea di questo Progetto?
“Ginestra nasce da un incontro che ho avuto a Milano. Sono andato a trovare una mia cara amica che è una beauty, lavora in Rinascente per un grandissimo brand e mentre discutevamo è arrivata una cliente dopo due anni e mezzo di assenza dicendole “Ho avuto un tumore, non riconosco più il mio profumo, aiutami a dare una nuova fragranza al mio corpo”_ E’ stato li che ho capito che dovevo accogliere questa cosa nella mia vita”.
Da dove nasce l’idea del nome “Ginestra”?
La Ginestra è un fiore fortissimo che nasce nelle rocce, sopporta i venti, colonizza i terreni degradati, la Ginestra somiglia molto ad una gemma e la gemma è fortissima, la Ginestra è un fiore che sopravvive alle intemperie. Ed è questo il messaggio che voglio lanciare.
Il mio progetto è dedicato a tutte le donne che hanno superato un tumore. Quando questa malattia arriva, la donna deve affrontare da sola un grande cambiamento. Cambia l’odore della propria pelle, il tatto diventa sensibile e potrebbero cambiare anche i gusti.
Molte volte si prendono o si perdono dei chili.
Come consulente d’immagine vivo la bellezza e aiuto la donna ad essere bella nel contesto generale, ad affrontare il cambiamento in maniera meno dolorosa e a ricominciare”.
Un progetto molto importante che richiede tempo, ma soprattutto grande attenzione e sensibilità. Perché hai deciso di accogliere questa cosa nella tua vita?
“Ho deciso di accogliere questa cosa nella mia vita perché la moda non è solamente bellezza. La moda non può essere rappresentata solamente dalle modelle che vediamo in passerella. La moda può essere vista anche negli abiti che indossa una la signora che la mattina deve uscire da casa per comprare il pane. Ogni donna deve avere la dignità e l’orgoglio di essere donna.
Ho osservato tanto le donne e ho visto che hanno un sorta di cicatrice che viene riflessa in ogni vetrina mentre passeggiano. E a loro che voglio dedicarmi perché bisogna accettare il cambiamento e la nuova immagine di se. Vorrei regalare morbidezza, vorrei che questo progetto aiutasse le donne a rinascere in tante versioni.”
E’ un progetto che coinvolge altre figure professionali?
“Io sono solo il registra del progetto, ma al mio fianco ci saranno tante persone:uno staff di medici, psicologi, ematologi, truccatori, parrucchieri,stilisti, persone che creano la fragranza del profumo, un personal trainer e degli artigiani che penseranno ad accessori particolari. Insieme inizieremo un percorso importante, incontreremo le associazioni, andremo negli ospedali e cercheremo di creare un gruppo di lavoro. Anche la parte centrale di questo progetto sarà composta da donne perché io dico sempre che le donne devono fare squadra e tutelarsi, ma soprattutto il nostro team sarà composto da persone umili che si spoglieranno della loro immagine per donarsi.”