C osa rimane della bellezza di un uomo che con i suoi occhi neri è riuscito a vedere oltre e capire ciò che molti non avevano capito?
Cosa c’è dietro ai visi dei giovani attori della scuola del teatro Verga e ai musicisti dell’’orchestra Musica insieme Librino?
C’è la vita. C’è Pippo Fava.
Ed è con la vita che quest’anno la fondazione Giuseppe Fava vuole celebrare il suo ricordo.
Una lezione sulla mafia del 1983 tenuta da Giuseppe Fava agli alunni di Palazzolo Acreide diventa uno spettacolo teatrale e un modo per cambiare passo e celebrare il giornalista e per restituirlo alla città.
“Prima di Pippo Fava si diceva che Catania era una città di spadaioli e ladri, ma lui aveva visto oltre, ha squarciato un velo ha spiegato la mafia” cosi Resì Ciancio presidente della fondazione Fava, ci accoglie all’interno del teatro stabile di Catania dove si stanno svolgendo le prove per lo spettacolo che si terrà questa sera alle 19.00 con la regia di Orazio Torrisi.
“Vogliamo far sentire una voce diversa, non il polemista non lo scrittore, ma il maestro dei giovani.”
A confermare questo cambio di passo anche la diversa donazione del comune di Catania che quest’anno non si presenterà con la consueta corona di fiori, ma con due strumenti musicali da donare alle orchestre infantili della città di Catania. L’appuntamento è alle 17.00 sotto la lapide in memoria del giornalista in via Fava.
Già a settembre La Fondazione Pippo Fava ha celebrato la nascita di Pippo grazie alla preziosa collaborazione di Luigi Lo Cascio attraverso la lettura di testi autobiografici intimi e personali di Fava.
La Fondazione Giuseppe Fava dopo la morte di Elena si è dovuta riorganizzare e con tanta forza e tenacia sta portando avanti molti progetti nelle scuole. L’interesse nei confronti del giornalista ucciso dalla mafia in questi anni è cresciuto: “Si è perso il peso dell’omicidio di mafia a tutto vantaggio dell’opera dell’intellettuale”.
ECCO L’INTERVISTA alla presidente Resì Ciancio: