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4 quartieri per riscoprire Catania fra arte, rigenerazione urbana e cocktails

Piazzetta Goliarda Sapienza, ex via delle belle, Catania. Foto via Facebook by First

A Catania ci sono quartieri usciti dal buio e dall’invisibilità grazie alle storie di singoli cittadini che si sono innamorati per caso o con intenzione di un vicolo, di un marciapiede, di un garage, e ne hanno fatto qualcosa di bello e utile per la comunità, contribuendo attivamente alla rigenerazione urbana.

L’itinerario sembra tracciare un quadrilatero di luci e suoni e fa di Catania una città piacevole, ammaliante, accogliente, soprattutto di notte, che piace tanto ai turisti quanto ai catanesi.

Tracciamo un percorso per attraversare insieme, con un nuovo sguardo queste ex periferie urbane, che sono ritornate ad essere centrali e fruibili.

Red Light District: San Berillo

Il viaggio comincia da San Berillo, luogo simbolo della rigenerazione urbana catanese, dell’ex quartiere a luci rosse oggi rimane solo il fascino dei vicoli da percorrere a piedi e con lo sguardo, senza perdere d’occhio le opere dei writers che ne hanno fatto un distretto d’arte a cielo aperto.

Qui l’energia dell’arte si mescola alla valorizzazione sociale e culturale che l’associazione Trame di Quartiere ha saputo sostenere attraverso i suoi progetti rivolti ai residenti e non.

Immancabile la tappa da “First” il primo locale (nome non casuale) che ha scommesso in un’area che nel 2016 si presentava ancora degradata e spenta. Il locale ha dato un nuovo impulso al quartiere.

Punto nevralgico di San Berillo l’ex Via delle belle ribattezzata nel 2015 Piazzetta Goliarda Sapienza, un omaggio alla scrittrice catanese che è cresciuta fra questi vicoli e che coniò parole amare per descrivere una sfumatura sottilissima dello spirito umano “La bellezza quando è troppa leva il fiato e l’iniziativa” (L’Università di Rebibbia, 1983) accorgendosi anche della dannosa abitudine alla bellezza che spegne ogni sentimento verso la città e le sue architetture.

L’emozione di rileggere la scrittrice passeggiando per San Berillo farà di voi osservatori privilegiati.

Via San Michele e dintorni

Via San Michele, foto via Facebook by La Cucina dei Colori

Il varco d’accesso è il Razmataz locale cult della Catania da bere, dove è possibile scegliere un buon bicchiere di etna rosso e godersi l’atmosfera soffusa che si respira dentro e fuori dal locale.

Più avanti sempre su via Montesano ecco La Mecca della mixology catanese, Bohème il cocktail bar specializzato in drink customizzati, cioè così personalizzati da farveli sentire esclusivamente “vostri”, un’esperienza da provare anche se siete in città per poche ore.

Ad arricchire il potenziale di via San Michele sono appena arrivate le installazioni di Demetrio Di Grado, l’artista pop che ha rilanciato il collage in chiave murale con ironiche ed irriverenti immagini a grandezza naturale.

A pochi passi le vetrine di Folk manufatti di design in pietra lavica e non solo, uno spazio non convenzionale da visitare, lasciandosi travolgere dall’energia vulcanica di Magda, la titolare e designer.

Un tour da chiudere seduti al tavolo social della Cucina dei Colori dove Salvo e Giuseppe preparano piatti veg, giocosi cucinieri funamboli dell’equilibrio tra la cucina catanese di casa e le ispirazioni di contaminazione.

Via Santa Filomena

A qualsiasi ora è possibile mangiare di tutto in questa piccola viuzza del centro che da via Umberto offre una discesa in questo distretto del piacere enogastronomico dove ogni desiderio è possibile.

Incastonato fra queste basole di pietra lavica c’è anche Fud Off cocktail & tapas, le luci basse distendono e preparano gli avventori agli abbinamenti inconsueti firmati da Valentina Chiaromonte, completati da una delle più interessanti proposte mixology della città con il master bartender Domenico Cosentino.

A rompere lo schema della colonizzazione dei ristoranti solo due attività commerciali fuori tema, ma neanche troppo, il mistico Boudoir 36 del “naso” Antonio Alessandria per una divagazione sensoriale nel mondo dei profumi prima di soddisfare quella del palato, e la Libreria Vicolo Stretto delle sorelle Sciacca, recentemente protagoniste dell’acquisizione e del rilancio della storica Prampolini.

Attraversata via Pacini la passeggiata continua su via Gemmellaro dove ha aperto i battenti Vermut atmosfera creativa e retrò ispirata alle vecchie osterie di un tempo, menù semplice e buon bere,  il posto ideale per ritrovarsi con gli amici.

La Pescheria

Se la mattina le iridescenze dei banchi del pesce e la folla tipica del mercato riempiono Piazza Alonzo Di Benedetto, è nella calma della sera che la Pescheria cambia volto e diventa un quartiere d’atmosfera tra locali storici e piccole neonate realtà come Vuciata Kitchen Market bistrot informale dove riecheggia quell’aria del mercato sul quale si affaccia ma un con tocco chic.

In pochi minuti si arriva in Piazza Federico di Svevia dove il magnifico Castello Ursino domina lo spazio, sede anche di Gammazita l’associazione culturale per l’appropriazione dei beni comuni che ha attivato numerosi progetti nel quartiere come l’emeroteca urbana, gli ursino buskers e le visite guidate al Pozzo di Gammazita, luogo leggendario di memoria recentemente recuperata, un gioiello naturale nelle viscere della città.

Vuciata, una delle ultime aperture di qualità in città

Foto Credit: Facebook, Pinterest, Web,

3 Comments

  1. Letto e riletto l’articolo relativo al rilancio dei quartieri, desidero fare un appunto, per onestà intellettuale, in merito alla recensione di Via S. Filomena:
    Strada che inizia a prender vita circa 20 anni fa con le attività artigianali dal laboratorio del cuoio, all’antica sartoria, l’ebanisteria d’arte, la vetreria d’arte ed il design di recupero. Ahimè, la crisi del 2007 blocca il decorso artistico a favore di un nuovo orientamento di mercato: “la ristorazione” in primis, sorta bene prima delle attività citate nell’articolo.
    Tra il ventaglio delle altre attività ben recensite sui diversi social e non citate riscontriamo:
    ° Mr Hyde – che per anni ha rilanciato la musica live con gruppi provenienti da tutta Europa;
    °Città Vecchia – che ha altresi’ rilanciato la parte di Via Pacini;
    ° Il Sale;
    °Blanc a Manger ex Yoghi Booboo;
    ° Curtigghiu;
    Con ciò per dire che bisogna prima documentarsi bene e non cedere a favoritismi.

    1. Ciao Massimo, grazie per il tuo commento!
      L’articolo ha voluto intenzionalmente inquadrare il presente di via S. Filomena e valorizzarlo come strada che offre un ampia scelta di proposte enogastronomiche, non è una recensione ma semplicemente un (nostro) punto di vista. Fra tutti abbiamo scelto di menzionare 1 locale food e 2 non food senza alcun favoritismo, semplicemente perché ognuna di queste attività ci piace e ci ha convinto in un modo “speciale”.

  2. Si alla riqualificazione urbana ma tutelando anche il sonno e quindi la salute dei residenti esasperati quasi tutte le notti da musica ad altissimo volume, schiamazzi e gente mbriaca.

    Finiamola di usare queste etichette…
    Riqualificazione urbana, decoro e quant altro se in primis I gestori dei locali non rispettano le basilari regole.

    Una città dove minorenni si alcolizzano con 2 euro, dove la notte la gente che vive in centro non dorme e si ammala….
    Rigenerazione Urbana a pari passo di Rispetto…
    Altrimenti si parla di ben altro…
    Semplicemente inciviltà e degenerazione dei principi sui cui è fondata.
    Una cittadina di uno dei quartieri menzionati.

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