Robot Zeno, il Social Robot a sostegno dei bambini autistici

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Aiutare la ricerca, sostenere lo sviluppo, migliorare le capacità cognitive dei bambini affetti da autismo. Questi i principali obiettivi di ZENO, il robot umanoide il cui software è firmatoSicilia. Più precisamente Catania.

Nel giugno del 2013 nasce dalle menti dei fratelli Daniele Lombardo e Marco Lombardo,originari di Sant’Agata Li Battiati, e da quella del cugino paternese Giuseppe Pennisi, la Behaviours Labs, azienda che si occupa di robotica sociale e che utilizza gli automi acquistati come strumenti terapeutici. Poco dopo la fondazione, i tre soci decidono di comprare il loro primo modello robotico NAO da una multinazionale francese e utilizzarlo, attraverso l’ausilio del software creato da loro stessi, per l’assistenza dei bambini autistici.

Il software installato al suo interno permette ai bambini di interagire con questo tramite una particolare Applicazione. Il settore della robotica è, purtroppo, ancora un tabù in Italia. Ma grazie al sostegno da parte dell’Istituto CNR di Messina, al quale hanno già venduto il robot che prende vita, Giuseppe, Daniele e Marco, hanno potuto studiare dettagliatamente gli aspetti clinici dell’autismo prima di dedicarsi all’interazione uomo/robot.

La Behaviours Labs, vincitrice del primo premio Grant Telecom e terza al Concorso Nazionale “Scintille” organizzato dal Consiglio degli Ingegneri d’Italia, ha stretto da poco una collaborazione commerciale con la Hanson Robotics, una start up texana che produce i robot ZENO. L’impresa ha personalmente contattato i tre fondatori con l’intenzione di divulgare il robot, dotato del software, all’interno delle scuole americane.

ZENO, sorridente astronauta dai capelli castani, è entrato in produzione a settembre di quest’anno e in tutto il mondo ve ne sono ancora solo 14.  La sua peculiarità è la “pelle”. Infatti, il silicone di cui è composto permette movimenti ancora più umani che sensibilizzano il processo di apprendimento dei bambini. Il robot invia di continuo segnali attraverso giochi educativi. Il piccolo, stimolato dalla novità, si interessa all’aspetto ludico della macchina e apprende contemporaneamente le nozioni che questo vuole concedere. L’automa, ovviamente associato ad un terapista esperto, rileva i disagi del bambino e lo rende  più motivato, operativo e partecipe.

In tal modo mostrerà un interesse maggiore rispetto a quello esposto nella norma. Oltre a ciò, non suscita sensazioni negative al bambino, che , quindi, si relaziona con lui come farebbe con un compagno di giochi.

“I genitori che hanno provato il software sono soddisfatti”, afferma Giuseppe Pennisi, “annualmente per le terapie necessarie ogni famiglia potrebbe arrivare a spendere circa 20mila euro. Comprare un robot con un software apposito che aiuti il piccolo a migliorare i tempi di attenzione e il suo grado di interesse, agevola il nucleo familiare sia da un lato economico che coordinativo perché permette di seguire i propri figli anche da casa”.

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Sudlook

La redazione è composta da giornalisti e giovani creativi.

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