“Madre Snatura”, l’Etna violata di Elvira Fusto

12033706_10207199617456294_80439615_n

Protagonista della performance artistica di Elvira Fusto è l’energia naturale. “Lo studio de le Troiane di Euripide”, “Christmas Shopping”, ” Ucca e saccu in tartina” e “La Nave delle spose” tra le opere portate in scene dall’autrice teatrale.

Adesso l’artista si è cimentata in una nuova forma d’arte, una installazione umana che ha come scenario l’Etna. Si tratta di un percorso artistico nato dalla sinergia di un grande gruppo di artisti che ha visto la partecipazione e collaborazione di oltre 70 persone. La performance artistica si chiama “Madre Snatura” e- come ci spiega la stessa artista- è dedicata all’energia naturale. Protagoniste 28 donne seminude, i cui volti truccati fanno rivivere la fauna della montagna. Istrici volpi, gufi, aquila reale, falchi, vipere e altri animali tutti intrecciati da cavi elettrici neri che finisce con la spina stretta fra i denti delle modelle, simbolo di una natura oltraggiata dall’uomo. I corpi sono disposti a gruppi di sette, intorno a oggetti abbandonati che da tempo ormai risiedono nel Parco dell’Etna.

La mostra racconta la nostra “montagna”, l’Etna o per meglio dire una parte dell’Etna: quella che è stata violata e che non viene trattata secondo Madre Natura. “Da qui nasce il nome simbolico Madre snatura”- ci dice ancora Elvira. Nell’opera, ci confessa l’artista, c’è anche una soluzione. “Volevo raccontare qualcosa di molto positivo sull’Etna. Ho dato vita ad una immagine dell’Etna che tutti pensano sia negativa e che invece io trovo positiva perchè semplicemente ci riporta alla nostra realtà”.

 

Picture of Sudlook

Sudlook

La redazione è composta da giornalisti e giovani creativi.

Leggi tutti i suoi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.