Liberiamoci dal male

liberato

 

V

olevo parlare di una domenica “libera” e del lungomare liberato.
Scarpe da tennis, con le quali sto in fissa (rosa, verdi,blu,bianche,nere) bicicletta, Skate, monopattino, pattini, cane (anzi Cani visto che ne ho due!) figlio e compagno/fidanzato/marito armato di buona volontà per supportare tutta la ciurma.
Occhiali da sole, sciarpa, telefono con batteria di emergenza per scattare e “fermare” momenti felici.
Mare, sole, bambini, strade senza auto (finalmente!).

La manifestazione Lungomare liberato, dopo varie ed innumerevoli polemiche, è stata accettata dai catanesi i quali sono soliti usare la macchina anche per comprare il pane sotto casa, infilando, se possibile, la macchina fino a dentro la bottega.
Doveva essere questo il mio “compito per casa” di oggi affidatomi da Sud Look, ed invece mentre pensavo a cosa scrivere, passeggiando in corso Italia, e cercando l’ispirazione ( ieri il cielo aveva dei colori bellissimi!) ho visto un giovane ragazzo sulla sedia a rotelle, aveva circa 30 anni, costretto ad utilizzare la strada anziché il marciapiede perché molte auto occupavano le scivole per disabili.

Certo è sabato, ci sono tante cose da fare e non si può di certo pensare di perdere tempo cercando un posto adatto al “caso“, la macchina uno la mette dove può ed è per questo che non è importante se viene meno la libertà degli altri.
La libertà di chi in una condizione di difficoltà decide di sabato pomeriggio di uscire da solo ed “affrontare” una passeggiata in città.
Ed ho così pensato di parlare di questo argomento, di parlare della difficoltá a mio parere, più grande e difficile da superare, ovvero, la mentalità di alcuni cittadini maleducati, irrispettosi, incivili e permettetemi parecchio cafoni.
Mi sono fermata e l’ho accompagnato con lo sguardo, sperando che non gli succedesse niente, visto che lo vedevo fare slalom tra le auto, avrei voluto fermarlo chiedergli se aveva bisogno di aiuto, ma anche cosa pensava di tutto ciò.
Purtroppo peró, la verità è che non ci sono riuscita, e non ci sono riuscita perché sentivo un nodo in gola ed avevo gli occhi lucidi e non volevo che lui se ne accorgesse, fraintendendo la mia sensibilità con la pietà, che è un’altra cosa.

Ho proseguito la mia passeggiata, camminavo e pensavo a quanto questa città non fosse ancora totalmente “liberata” da ostacoli che la rendono inaccessibile ai portatori di handicap, ma soprattutto a quanto ancora non sia”libera” la mentalità di chi non vede e non si rende conto di quanto MALE ci sia in un gesto simile.
Ed allora io dico, che facciamo?!
Ci vogliamo decidere a segnalare, a combattere questi episodi ?!??
Liberiamoci, liberiamoci,liberiamoci, ma davvero!
Liberiamoci da questa inciviltá.
Segnaliamo questi episodi e se ce ne accorgiamo mentre sono in essere, fermiamo questa gente e spieghiamo loro quanto danno puó produrre un gesto simile!

foto di copertina:Alessio Marchetti.

 

 

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Sudlook

La redazione è composta da giornalisti e giovani creativi.

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