Luoghi da amare cari a chi li ha votati.
Il fiume Oreto di Palermo fino ad oggi utilizzato come discarica a cielo aperto, la Chiesa e il convento di San Bonaventura di Caltagirone con gli affreschi di Pietro Paolo Vasta- considerato uno dei maggiori pittori del XVIII- fino ad oggi in forte degrado, la Chiesa Rupeste del Crocifisso di Lentini e la Chiesa S S Crocifisso di Montemaggiore Belsito di Palermo entrambe in condizioni critiche. Tutti questi luoghi avranno finalmente un nuovo volto grazie all’iniziativa “I luoghi del Cuore” giunta alla nona edizione con il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
500 mila euro verranno distribuiti in tutta Italia tra 27 luoghi segnalati da oltre 2 milioni di persone.
I quattro i posti siciliani riceveranno diversi contributi economici per un totale di 105 mila euro.
La commissione del FAI, composta da archeologi, architetti e storici dell’arte, ha vagliato le proposte secondo otto parametri di valutazione: numero di voti ricevuti; qualità e innovatività della proposta; possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, anche se circoscritto; valenza storico-artistica, architettonica o naturalistica-ambientale; valore identitario per il territorio di riferimento; urgenza dell’intervento; partnership e costruzione di reti sul territorio; attività di divulgazione e comunicazione previste a sostegno dell’intervento.
LA SICILIA IN DETTAGLIO
In virtù del suo posizionamento al 2° posto della classifica nazionale e al 1° posto della speciale classifica dedicata ai “luoghi d’acqua” della nona edizione de “I Luoghi del Cuore” grazie ai 83.138 voti ricevuti, in Sicilia il FAI interverrà, con un contributo fino a 65.000 euro, sul Fiume Oreto a Palermo.
Il Fiume Oreto scorre nell’omonima valle, con un bacino che si estende per circa 23 chilometri nel territorio dei Comuni di Altofonte, Monreale e Palermo. La sorgente si trova a sud di Palermo, nella Conca d’Oro e il fiume sfocia nel Mar Tirreno, dopo aver attraversato il capoluogo. Corso d’acqua a carattere torrentizio, anche nei mesi più caldi l’Oreto conserva un deflusso sufficiente grazie alla presenza di molte risorgive e alla ricchezza della falda che lo alimenta. Per gran parte della sua lunghezza si estende un SIC (sito di interesse comunitario) di grande valore naturalistico, che rappresenta, in un’area estremamente antropizzata, un rifugio e un corridoio ecologico per la fauna selvatica. Il fiume è inquinato per la presenza di numerosi scarichi fognari abusivi e perché viene spesso utilizzato come discarica a cielo aperto. Da 20 anni si parla dell’istituzione di un parco, mai concretizzata; del resto la riqualificazione del fiume non può prescindere dai problemi di smaltimento e trattamento delle acque reflue. Finalmente, a seguito dello straordinario risultato al censimento del FAI – ottenuto grazie all’impegno del Comitato “Salviamo l’Oreto” con il supporto della Delegazione FAI Palermo e del Gruppo FAI Giovani Palermo – si è arrivati a una svolta: la questione “Fiume Oreto” è tornata all’attenzione pubblica e alla fine del 2018 è stato avviato un tavolo di confronto territoriale, volto alla costituzione di un “Contratto di Fiume”, documento strategico che permette di pianificare azioni concrete e condivise dalla comunità di riferimento.
L’intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo, ancora in via di definizione, verrà individuato nell’ambito delle azioni previste dal “Contratto di Fiume”, su cui sta lavorando l’Autorità di Bacino – l’ente che si occupa del risanamento delle acque, della fruizione e gestione del patrimonio idrico e della tutela dei relativi aspetti ambientali – insieme alla Regione Siciliana, ai tre Comuni nei quali ricade il bacino fluviale e a vari stakeholder locali. L’impegno delle parti in campo sta già dando i primi frutti perché il progetto per bonificare una parte di fiume e renderla fruibile alla città di Palermo è stato candidato dal Comune a un bando di finanziamento europeo e il progetto ha superato il primo step di ammissibilità: si tratta di un nuovo, importante passo verso l’auspicato arrivo di un finanziamento di 6,8 milioni di euro.
Grazie al contributo “I Luoghi del Cuore” di 25.000 euro, in Sicilia il FAI sosterrà anche l’intervento sulla Chiesa e Convento di San Bonaventura a Caltagirone (CT) – al 21° posto della classifica nazionale del censimento 2018 con 17.558 voti – complesso monumentale fondato all’inizio del Seicento e ricostruito dopo il terremoto del 1693.
L’interno della chiesa, situata in pieno centro storico, è sontuosamente decorato con affreschi, maioliche e manufatti lignei: tra gli elementi di spicco la statua della Madonna realizzata dalla scultore Antonello Gagini (1478–1536), la pala d’altare di Vincenzo Ruggeri e il Crocifisso ligneo, opera di fra’ Umile da Petralia. Il convento vanta invece affreschi di Pietro Paolo Vasta, considerato uno dei maggiori pittori siciliani del XVIII secolo. Trasformato in carcere nel 1890, il complesso venne chiuso alla fine del secolo scorso e oggi versa in uno stato di forte degrado.
Dalle realtà associazionistiche di Caltagirone è nato il Comitato “Caltagirone per San Bonaventura” con l’obiettivo di portare all’attenzione delle istituzioni l’urgente necessità di tutela di questo luogo di grande rilevanza storica e artistica oltre che identitaria, affinché la chiesa possa tornare alla pubblica fruizione e il convento venga strappato all’incuria. In quest’ottica si inserisce l’impegno per la raccolta voti a favore del bene in occasione della nona edizione de “I Luoghi del Cuore”.
L’intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo – richiesto dalla Parrocchia di San Giacomo a cui fa capo il complesso – si concentrerà sul restauro degli intonaci dipinti nella Cappella di San Francesco e su altri interventi accessori. La cappella, costruita in epoca barocca dalla famiglia Gravina Interlandi, è affrescata con effetto trompe l’oeil e si apre sulla navata centrale, comunicando con la precedente e la successiva cappella attraverso aperture ad arco. La condizione attuale della cappella è talmente grave che, in mancanza di un immediato restauro, rischia danni irreparabili.
E ancora in Sicilia, con 10.000 euro si interverrà per la seconda volta sulla Chiesa rupestre del Crocifisso di Lentini (SR) – al 34° posto in classifica con 11.063 voti. La Chiesa, abbandonata fino a tempi recentissimi, fa parte di un ampio e complesso apparato di insediamenti rupestri sorti nel luogo dell’antica città greca di Leontinoi – costituito da grotte prevalentemente artificiali, utilizzate nei secoli sia come abitazioni sia come luoghi di culto. Gli affreschi contenuti al suo interno, realizzati tra il XII e il XVII secolo, nonostante la rarità e il notevole valore, sono stati per lungo tempo trascurati e lo stato di cattiva conservazione in cui versavano – tanto più in un ambiente umido come quello della grotta – ha spinto i cittadini a mobilitarsi per la salvaguardia del bene già all’ottavo censimento “I Luoghi del Cuore”. Durante il censimento 2016, infatti, la Chiesa rupestre di Lentini, grazie all’importante attività di raccolta firme e sensibilizzazione del gruppo d’iniziativa civica “Lentini nel Cuore” – che riunisce cittadini e associazioni di volontariato quali Neapolis, Archeoclub Lentini, Siciliantica, Proloco Lentini e Lions Club Lentini – raccolse 3.831 voti. A seguito di questo risultato la Parrocchia partecipò al bando 2017 “I Luoghi del Cuore”, presentando un progetto di recupero dell’affresco della Teoria dei Santi, in grave degrado, accompagnato da un virtuoso piano di comunicazione e di azioni sul territorio ideato dall’Associazione Neapolis. Il progetto ottenne un contributo “I Luoghi del Cuore” a cui si aggiunse il cofinanziamento della Parrocchia. Sono stati diversi gli effetti virtuosi scaturiti dall’ottenimento del sostegno del FAI: da una parte l’intervento ha suscitato la nascita di una fruizione turistica, gli operatori hanno infatti iniziato a inserire la chiesa nei loro itinerari di visita; inoltre sono stati raccolti altri fondi sul territorio che hanno portato al successivo restauro dell’affresco della Madonna del latte.
Al nono censimento “I Luoghi del Cuore” nel 2018 il Comitato “Lentini nel cuore” e tutta la comunità di Lentini si sono nuovamente attivati per la Chiesa rupestre del Crocifisso, facendosi carico ancora una volta di questo bene e portandolo a raggiungere un nuovo rilevante risultato. E proprio per la mobilitazione e la capacità dei cittadini di concentrare le forze per valorizzare questo gioiello del territorio, FAI e Intesa Sanpaolo hanno scelto, con un’eccezione nella storia del censimento, di intervenire nuovamente su questo bene. Dopo il recupero della Teoria dei Santi, inaugurato nel 2018, il nuovo intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo, presentato dalla Parrocchia Santa Maria La Cava e S. Alfio, si concentrerà sul restauro conservativo di un altro affresco che compone il ciclo pittorico della Chiesa, il più importante del complesso: il Cristo Pantocratore. L’affresco, del XIII secolo, posto nel catino absidale a forma di ogiva (rivolto a est secondo lo schema degli impianti siropalestinesi), versa infatti in un pessimo stato di conservazione.
In Sicilia il FAI interverrà infine sulla Chiesa del Santissimo Crocifisso di Montemaggiore Belsito (PA), il luogo più votato nelle filiali di Intesa Sanpaolo in occasione del censimento 2018 con 2.957 voti e per questo motivo vincitore di un contributo di 5.000 euro, a fronte della presentazione di un progetto di tutela o valorizzazione da concordare con il FAI. La chiesa è a navata unica e venne costruita nel 1676 per volere della principessa Lucrezia Migliaccio, riconoscente al Santissimo Crocifisso per la miracolosa guarigione da una grave malattia. La volta della navata è sontuosamente ornata con affreschi di Filippo Randazzo, detto il Monocolo di Nicosia (1692-1748), e dell’architetto trapanese Francesco Ferrigno (1686-1766). All’interno si trovano un antico crocifisso ligneo, che viene celebrato solennemente dal 13 al 15 settembre e trasportato in processione per le vie del paese, e un organo del 1799, realizzato da Giuseppe Fasuli e mai ammodernato nella parte strumentale e dunque, a differenza della quasi totalità degli strumenti esistenti, del tutto integro.
La comunità di Montemaggiore Belsito, sotto la guida del Parroco Don Salvatore Panzarella, si è impegnata nella raccolta voti durante la nona edizione de “I Luoghi del Cuore” e il buon risultato ottenuto ha permesso all’edificio religioso di primeggiare nella speciale classifica dedicata alle filiali di Intesa Sanpaolo.
L’intervento che verrà finanziato con i 5.000 euro messi in palio – presentato dalla Parrocchia di Sant’Agata Vergine e Martire a cui fa capo anche la Chiesa del Santissimo Crocifisso – prevede la valorizzazione del sito grazie a un percorso sulla storia della chiesa e della venerata immagine del Crocifisso, con la realizzazione, in due stanze attigue alla sacrestia, di una sorta di “museo della memoria” dove saranno esposti anche alcuni monili in oro e argento che prima dell’ultimo restauro adornavano il manufatto. Sulla scia del successo ottenuto al censimento del FAI il parroco ha inoltre deciso di lanciare un appello di raccolta fondi chiedendo di contribuire al “Fondo restauro per la Chiesa del Crocifisso” per proseguire nel recupero del bene.
Inevitabilmente, diversi luoghi sono stati esclusi dalla selezione effettuata dalla commissione del FAI, anche per l’esaurimento dei fondi disponibili: l’invito è allora a riattivarsi al decimo censimento, che verrà lanciato a primavera 2020. Senza contare che la storia de “I Luoghi del Cuore” dimostra che in diversi casi l’aver realizzato un progetto per partecipare al Bando per la selezione degli interventi lanciato dalla Fondazione ha dato la possibilità di candidarlo ad altri finanziamenti e a ottenere comunque il recupero di un bene.
Per continuare a seguire il progetto www.iluoghidelcuore.it.