Giuseppe Patanè alla Biennale di Venezia

Le palais Zenobio a été érigé à la fin du XVIIème siècle sur un projet d'Antonio Gaspari, un élève de Longhena. Au-dessus de la porte à droite se trouve la tribune de l'orchestre. Au XIXème siècle, le palais est devenu la propriété de la congrégation arménienne, fondée par Méchitar et dont le couvent est installé depuis 1717 sur l'île San Lazzaro, pour y ouvrir un collège (Moorat-Raphael) en 1836. Ce collège a transmis la culture et la langue arménienne à de nombreux jeunes pendant plus de 160 ans. Il a été fermé en 1997. Un projet de rénovation est en cours en vue de créer un centre culturel et un espace de séminaire. Durant la 53ème biennale, il accueille plusieurs pavillons nationaux : Arménie, Syrie, Macédoine et des expositions particulières.

L’arte di Giuseppe Patanè torna sotto i riflettori della biennale di Venezia, dopo lo strepitoso successo del 2017, per raccontare la sua amata Sicilia, attraverso due opere, “Logos e Verbum. Natura immutata ma perenne”, già protagoniste del salone del Mobile di Milano.

Due tele dal fascino enigmatico ed essenziale, per rappresentare una terra nata dal fuoco e governata dal mare in un equilibrio perfetto tra fuoco e acqua tra il materiale e l’immateriale, un eterno binomio, un onnipresente dualità che l’artista catanese calibra con assoluta maestria.

Oggi alle 16:00, all’interno di palazzo Zenobio, a Venezia Dorsoduro, vernissage dell’artista che, a distanza di due anni dalla Tauromachia che ha decretato il suo battesimo d’arte, si racconterà in un modo intimo e sottile, che si immerge in un universo di pathos.

“È una grande emozione poter ritornare alla biennale di Venezia – spiega Giuseppe Patanè – che rappresenta una delle più importanti esposizioni internazionali d’arte del mondo. Lo storico Giorgio Gregorio Grasso, ha voluto fortemente la presenza delle mie ultime tele, dedicate a sua maestà Etna. Parlare del vulcano, è come parlare di una forza che scuote l’animo e fa esplodere tutta la mia creatività, e nel contempo è un motivo di grande orgoglio e gioia perché mi permette di mostrare il bello che c’è nella mia terra. Un po’ come il titolo di questa 58esima edizione – conclude – “May you Live in interesting times” e che per lungo tempo è stata attribuita ad un anatema cinese, in questo delicato momento storico “interessante”, con le mie opere, desidero mettere in evidenza, il ruolo dell’arte che deve avere una funzione sociale sia di piacere che di critica”.

Verbum come una pelle lacerata squarciata immersa nel fuoco, attrae come una cala-mita i nostri occhi e il nostro corpo, è un attrattore potente che catalizza tutto il nostro essere, per la potenza scaturita dalla distesa di rosso, o dalla sottile incisione di rilievo, in cui si espleta la forza, la passione, la vita nel suo stato più primitivo, come un centro della terra che pulsa.

Logos invece è quasi l’altra faccia della stessa medaglia, qui domina il nero, che si stende come un’ombra scura sulla pelle dipinta, alla potenza del rosso si contrappone la potenza del nero che, se apparentemente sembra celare i contenuti e la materia, in realtà li rivela d’improvviso e con potenza.

La 58esima esposizione internazionale d’arte, fino al 24 novembre, presenterà come di consueto le partecipazioni nazionali con proprie mostre nei padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia.

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Sudlook

La redazione è composta da giornalisti e giovani creativi.

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