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Dagli antichi disegni siciliani alla seta giapponese. La storia di Marco Strano, dieci anni da creatore d’Arte

Passione, Creatività e Tradizione: sono queste le tre parole che meglio descrivono il lavoro di Marco Strano, affermato stilista catanese, definito un creatore di moda.

La passione si trasforma in lavoro, il sogno diventa realtà: Marco ha iniziato il suo percorso in  una sartoria, giorno dopo giorno le competenze sono cresciute, è aumentata la specializzazione, ha cominciato creando abiti scultura, opere d’arte da indossare o esporre (belli ma scomodi) per poi approdare al mondo della sposa e dell’alta moda.

Come ti definiresti in tre parole?

Passione, la passione per questo lavoro è fondamentale, non è un lavoro dove svolgo le mie belle orette e vado a casa, questo lavoro non ha orari; creatività, come la passione non si può gestire, qualsiasi cosa ti può dare l’ispirazione  da una musica ad un video, da un passante ad un film; infine tradizione, avendo imparato l’arte in sartoria, insieme alla cultura del cucito e del ricamo, ho imparato a rivalutare, ricontestualizzare e tramandare l’arte del ricamo siciliano, facendo rivivere le tecniche del passato nella modernità”.

Esiste un particolare che fa la differenza in un abito?

“Certo! Io dico sempre di ascoltare il fruscio della stoffa, non il rumore del tessuto. Sarà proprio questa la prossima tendenza sposa: la ricerca della qualità nella scelta dell’abito”.

Materiali insoliti. Creare contrasti tra materiali ricchi e poveri “Ogni materiale può essere nobilitato, ogni cosa se viene lavorata, elaborata, contestualizzata può diventare un’opera d’arte; per questo motivo sono appassionato dell’arte dadaista e di Duchamp, colui che ha fatto dell’opera d’arte una dissacrazione, conferendole allo stesso tempo un significato profondo”.


Ogni tua creazione è unica, la parola chiave è Sartorialità:
“il periodo più creativo è il Natale, ed anche il periodo estivo; il mare è una grande fonte d’ispirazione. La creazione di una collezione non ha un iter preciso”.

Qualcosa di rosso, Scolpisco le nuvole, Dalla terra e per finire Flora: la Sicilia come fonte d’ispirazione?

“All’inizio del mio percorso creativo la Sicilia è stata un elemento fondamentale, oggi la Sicilia è la mia terra, il barocco, la lava, il mare, il corallo, influenzano il mio modo di vedere le cose, la mia creatività”.

Per il decimo anniversario, un evento in programma per domenica 29 gennaio a palazzo Manganelli ed una nuova collezione: Flora-fioriscono i ricami. Qualche anticipazione?

Flora: questa collezione era un sogno nel cassetto, da sempre mi sono piaciuti i fiori, da piccolo volevo fare il fiorario o il gelataio- ci confessa- i fiori sono sempre stati fonte d’ispirazione, in ogni collezione passata ce n’è traccia.

Da anni ho effettuato una ricerca di antichi disegni siciliani, quelli che venivano realizzati dalle disegnatrici su commissione delle ricamatrici per i corredi, raccogliendone parecchi e di molto belli; purtroppo oggi farli riprodurre in Sicilia ha un costo eccessivo, ma fortunatamente ho trovato un ricamificio che utilizza telai e tecniche dei primi del ‘900 riuscendo a ricreare dei pizzi come fossero antichi. Potendo riprendere questi disegni, senza limiti, ho potuto realizzare abiti da sempre sognati:ed è così che l’immaginazione diventa realtà.

La collezione sarà di circa 54 abiti: 30 d’alta moda con un mood che richiama l’arte dell’ikebana giapponese, fiori e ricami con un rigore geometrico, linee dritte e nette, un gioco di simmetrie; la caratteristica dell’intera collezione consiste nel fatto che tutti gli abiti non sono mai realizzati con un unico tessuto, ma hanno almeno due tessuti uniti insieme per creare delle combinazioni particolari.
Nella collezione dell’alta moda mi ha affascinato molto mescolare diversi elementi e materiali all’interno dello stesso abito, mixando fantasie differenti, tessuti Dévoré  e broccati, con pizzi coordinati dello stesso bagno di colore, per esaltarsi a vicenda. C’è sempre una grande ricerca di tessuti e colore.

C’è stato un incontro che ha reso ancor più speciale questa collezione: quello con un tessutaio giapponese che crea le sete per kimonoed è con lui che abbiamo realizzato quattro stampe di seta giapponese, tessuti unici per quattro abiti unici, sia dal punto di vista qualitativo che della resa”.

Sei scaramantico, hai qualche rito presfilata?

Tutti quelli che esistono nel mondo, però non sono scaramantico e non ci credo, ma si fanno tutti ugualmente! Il mondo della moda è fatto di scaramanzia!

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