E’ difficile intervistare Ottavio Cappellani.
E non perché si presenta all’intervista con una sigaretta e una birra in mano (il contesto-una festa organizzata dal Pop Up Market Sicily- lo permette), nemmeno perché le sue parole sono un insieme di doppi e tripli sensi e neanche perché è in grado di mischiare vita privata e notizie attuali in un’unica frase.
Ottavio Cappellani è l’unico scrittore in grado di scrivere S**A in risposta alle parole offensive del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem verso i Paesi meridionali dell’Eurozona.
Per Salvatore Silvano Nigro, Cappellani rappresenta la vena più moderna, a volte iperrealista a volte surreale, della letteratura siciliana.
Gaetano Savatteri, nel suo libro “Non c’è più la Sicilia di una volta” riprendendo David Leavitt sul New York Times, lo proclama “scrittore siciliano del ventunesimo secolo”.
Nel frattempo lui presenta il suo ultimo libro “Sicilian Commedi” (a giugno in libreria) con Lou Sciortino come protagonista erede di una dinastia di italoamericani che hanno fatto fortuna riciclando i soldi della mafia a Hollywood.
Poi da pochi giorni si nasconde dietro una maschera nell’ultimo bellissimo video di Mario Venuti “Caduto dalle Stelle” del quale scrive soggetto e sceneggiatura.
Ottavio Cappellani è uno scrittore senza filtri, appassionato di verità, una verità che fa paura a tanti.
“Catania è una Beirut senza guerra”-dirà ai nostri microfoni- “La mia famiglia ha il record di infarti al tribunale e per questo ho deciso di fare lo scrittore”– aggiungerà- e poi ancora “Sud Look mi piace, perché per raccontare davvero questa città bisogna raccontare l’immagine, perché Catania è una città in cui l’esteriorità diventa interiorità”.
Ottavio Cappellani è cosi, o si ama o si odia.
E come dargli torto.