Proseguono le nostre interviste telefoniche.
Viviana Gangemi, assistente enologo e responsabile export per l’azienda di famiglia Antichi Vinai, cantina etnea fondata a Passopisciaro nel 1990. In realtà quella è la data di quando si inizia con la produzione di vino imbottigliato che eredita l’esperienza della commercializzazione dal 1877 quando Giacomo Gangemi iniziò la sua attività.
Lo stabile in cui sorge il centro produttivo e vendita al pubblico è un’ex distilleria, oggi – all’interno di una vasca dell’acqua – sorge la bottaia storica dell’azienda.
Come vi siete organizzati con il lavoro?
“Al momento siamo ad orari ridotti in produzione. In cantina si fa il necessario: imbottigliamento e sistemazione dei vini di annata. Tutte operazioni necessarie anche se abbiamo avuto una riduzione del numero di bottiglie. In vigneto si continua con le concimazioni e il rimpiazzo dei mancanti. Non possiamo fermarci e stiamo continuando a mettere in produzione un altro ettaro di vigneto. Le piogge degli scorsi giorni ci stanno aiutando.
Ovviamente le vendite – con la chiusura del settore HORECA – sono crollate e per sopperire alle mancanze di richieste di vino stiamo potenziando l’e-commerce e le spedizioni“.
Come vedi il futuro del vino?
“Non essendo un bene di prima necessità l’acquisto del vino potrebbe avere una ripresa graduale. Dal canto nostro produciamo come se non fosse successo nulla consapevoli che all’estero è tutto traslato: le quarantene negli altri stati sono iniziate dopo e immagino finiscano dopo.
Quest’anno avevamo in programma di incrementare il 30% di vendite all’estero e chiaramente tutto va riformulato“.
Del resto anche il Vinitaly…
“Si. Puntavamo molto sul Vinitaly: avevamo strutturato la nostra agenda di appuntamenti. Negli ultimi giorni prima dell’annullamento i nostri interlocutori stavano disdicendo gli appuntamenti e abbiamo capito che la manifestazione era scarica. Posticipare è stata la scelte migliore.
In quella sede avremo presentato i nuovi prodotti. Oggi occorre pensare a nuove strategie di lancio, al momento “virtuale” e presto in cantina – appena possibile – faremo un evento di presentazione“.
Come sono cambiati i rapporti con i clienti?
“Questo è il momento in cui si può fidelizzare molto di più il cliente. Noi abbiamo sempre ottimi rapporti che curiamo meticolosamente. Tutti penso che avremo difficoltà nell’allargare il cerchio di clientela me non demoralizziamo. Questa fase di consolidamento potrebbe essere utile a noi realtà etnee per puntare maggiormente in comunicazione. Ovviamente per quest’anno il settore eventi e le vendite all’estero sono danneggiati“.
Qualche iniziativa in questi tempi di Covid 19?
“Abbiamo aderito all’iniziativa di SlowFood e Strade del vino e dei sapori dell’Etna #BuonoSano&Siciliano. Siamo soci di Strade del vino dell’Etna e da sempre portiamo avanti la valorizzazione del made in Sicily“.
Prospettive e speranze per il futuro?
“Dai periodi negativi si può trarre sempre vantaggio. Per noi è un momento per riflettere e porre in campo nuovi progetti: nella routine quotidiana difficilmente puoi fermarti. Oggi si può. E fino a prova contraria chi produce vino sta molto meglio di altri settori, e il mio pensiero va anche a loro. Bisogna stare vicini ed essere forti”.