“Uno scambio normale di favori“.
E’ cosi che viene definita la corruzione da oltre metà dei giovani catanesi.
Inoltre il 55,2% dichiara di consumare frequentemente droghe e alcool.
Il dato emerge da uno studio realizzato dai docenti del dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
La ricerca apre il sipario di un palcoscenico, quello dei giovani tra i 17 e i 22 anni che vivono questa città, leggono i giornali, frequentano piazza Teatro Massimo e soprattutto che rappresentano il futuro.
Sono le nuove generazioni e hanno bisogno di una guida che li aiuti a prendere la strada giusta.
Quello che hanno scoperto i docenti catanesi Giuseppina Mendorla, Salvatore Castorina insieme ai dottori Giulia Cusumano, Rosa Ingiulla e Roberta Desiderio, non lascia spazio ad interpretazioni.
Una ricerca ancora in fase di elaborazione (per quanto riguarda le risposte date) che merita di essere letta con attenzione.
Il questionario articolato in quattro settori è stato proposto agli intervistati per capire cosa pensano della corruzione, quali fossero i soggetti maggiormente responsabili del fenomeno, quali interventi sono necessari e se tra i giovani si facesse uso di droghe.
Tra gli intervistati, il 54,2% ha definito la corruzione come scambio normale di favori, di acquisizione potere e buon senso.
La foto, che Sud Look vi mostra, chiarisce ancora meglio il fenomeno.
Per i giovani catanesi “è cosi che funziona per poter andare avanti nella vita”.
Solo il 29,1% degli intervistati ha definito la corruzione come comportamento illegale e criminale (si tratta di studenti prevalentemente universitari che studiano Giurisprudenza Scienze Politiche ed Economia e consumano meno droghe e alcol) mentre il 16,6% dei soggetti risponde “non so” ( sono studenti prevalentemente degli istituti medi superiori in cui si percepisce disinteresse sui temi della legalità).
Un’ altra risposta che fa riflettere è quella legata alla responsabilità della corruzione.
Chi sono i responsabili secondo i giovani? Politici,funzionari,ma anche imprenditori, magistrati e Forze dell’Ordine.
Allarmante secondo i ricercatori riguarda l’uso di droghe tra i giovani correlato alle risposte date:
“La correlazione positiva fra uso frequente e continuativo di droghe ed alcool in gruppo e definizione di corruzione come evento normale di scambio- affermano i docenti-ci sembra il sintomo dell’acquisizione di una mentalità tendenzialmente disponibile alla trasgressione, anche se questa viene negata”.
Inoltre aggiungono i ricercatori: “La diffusione dei comportamenti corruttivi agisce in modo decisivo nella formazione della personalità sociale e della identità dei nostri adolescenti. Una identità che ha recepito i (dis)valori della corruzione tende a reiterare comportamenti illegali ed antisociali”.
In poche parole gli adolescenti sono lo specchio della nostra società e tendono ad emulare i comportamenti degli adulti. Questa ricerca merita una riflessione.