Siciliano di vino, da vigna sperimentale a vino senza solfiti aggiunti

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Chi avrebbe dovuto dirlo che quando nel 1996 mio padre mi portava ai Campionati Italiani Assoluti di Nuoto alla piscina comunale della Playa di Catania mi avrebbe dato un appuntamento con il vino etneo. 

All’epoca, piccolo nuotatore anch’io, rimasi affascinato dalla grinta della fiammagialla Pier Maria Siciliano che nei 100 stile libero – il mio stile preferito – bruciò tutti gli avversari regalando alla città un oro. Ricordo che per l’occasione chiesi di autografarmi il cappellino giallo: un catanese che portava sul podio la città, nella sua Catania. Sarà forse campanilismo il mio frutto dell’innocenza di quelli che furono alcuni dei ricordi più belli dei miei otto anni. Eppure a distanza di anni mi sono ritrovato lo stesso gigante davanti – con i capelli bianchi – che ho ricollegato ai miei ricordi dopo una bella chiacchierata in vigna con il Dottore Rocco Siciliano, padre di Pier Maria.

Nella bellissima Passopisciaro, cuore pulsante dell’enologia etnea, a pochi metri dalla piazza ‘A Culunna, sorgono i vigneti del Dottore. La proprietà in contrada Marchesa viene acquistata nel 1981 a seguito del marzo di quell’anno quando l’eruzione coprì il castagneto vicino Randazzo.

Una torretta nera – nome anche di una delle etichette dell’Azienda Siciliano – permette di guardare tutti i vigneti in zona: si trattava di un vigneto che nel 1985 era ad alberello di circa 90 anni di vita. Con le uve si faceva un vino di 15 gradi ma che presentava molte “mancanze” (cioè erano venute meno molte viti) e si presentò l’occasione di destinare il vigneto ad un campo sperimentale che l’Istituto Regionale Vite e Vino proponeva sull’Etna.

Il Dottor Siciliano accettò la proposta trasformando il vigneto ad alberello a filari, e impiantando oltre al Nerello Mascalese e il Carricante anche dei vitigni non autoctoni, fra cui il Pinot Nero, il Cabernet Franc e Sauvignon.

Dal 2015 si è passati alla produzione di vini senza solfiti aggiunti avvalendosi anche della consulenza di Alessandro Viola.

Etna Rosso DOC 2018 Torretta Nera Az. Agricola Siciliano

Prodotto per il 90% da uve di Nerello Mascalese e la restante parte da Nerello Cappuccio da uve allevate con agricoltura biologica non certificata, un parziale passaggio in legno e il resto acciaio. Torretta Nera si mostra con un corpo pieno rosso in cui emergono le note eleganti di piccoli frutti rossi come la ciliegia, frutti di bosco che lasciano spazio alle note speziate e terrose per scorgere sullo sfondo le note florali come rosa canina e violetta. Colpisce al palato la texture tannica e la freschezza di una vendemmia 2018 che in bocca la piacevole corrispondenza son il naso

IGT Terre Siciliane 2018 Rossoeuphoria Pinot Nero Az. Agricola Siciliano

Sicuramente la vendemmia 2018 caratterizzata dal clima tropicale fatto nel versante nord del Vulcano di piogge ed umidità – soprattutto in estate – non è la migliore per il Pinot Nero. Eppure il Dottore è riuscito a produrre un vino che oltre ai sentori del varietale entusiasmati dalla lievitazione spontanea – quindi frutti e fiori rossi, spezie dolci e cuoio – porta la freschezza e la mineralità del territorio. Un vino da bere senza fretta e gustare nelle note evolutive al calice.

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Francesco Chittari

Catanese e siciliano fiero, vista la fuga dei cervelli ha deciso di puntare sul fegato: sommelier del vino e amante delle birre artigianali, organizza eventi coniugando passione, eccellenze e territorio. Non solo il bicchiere, è amante anche dei piatti e della buona cucina.
Ama girare e conoscere palmo a palmo la nostra bellissima terra ed esplorare il mare. Curioso e caparbio, ricerca storie interessanti da raccontare. Social per professione, cura il marketing e la comunicazione per le aziende.

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