Trame, storie, intrecci finiti nel dimenticatoio e riportati alla luce con il fiuto dello storico e la curiosità del giornalista di inchiesta.
Fernando Massimo Adonia direttore di Paesi Etnei Oggi, collaboratore di Live Sicilia e del giornale cartaceo S, presenterà domani alle 18.30 presso le Ciminiere di Catania il suo saggio dal titolo “Presente!”. Con lui ci saranno il giornalista Daniele Lo Porto e il filosofo e saggista Salvatore Massimo Fazio.
La morte di un giovane liceale catanese di 17 anni il 2 novembre del 1922, durante i fatti della Marcia su Roma, è il filo rosso che lega un’intera storia, un fatto marginale che diventa l’emblema di uno scontro di poteri in atto a Catania con la fine dell’epoca defeliciana.
Uno scontro quasi quarantennale tra l’area che fa capo al sindaco Peppino de Felice Giuffrida, il “Viceré socialista”, e la famiglia Carnazza.
L’inchiesta noir raccontata con chiarezza e modernità spiega come i fatti sviluppati a Catania avranno riflessi più ampi.
Equilibri politici che cambiano, una corsa a salire sul carro del vincitore, episodi legati alla visita di Benito Mussolini a Palazzo degli Elefanti, svelano un canovaccio che sembra ripetersi anche ai giorni nostri.
Lo scrittore Fernando Massimo Adonia spiega ai microfoni di Sud Look:
“Questa vicenda storica altro non è che la trasposizione nel passato di vicende presenti. Le dinamiche che analizzo quotidianamente come giornalista sono tali e quali a quelle che racconto nel libro. Meccanismi che a Catania rimangono sempre uguali”.
Il giornalista catanese che per l’elaborazione di questo saggio si è recato anche a Roma all’Archivio Centrale dello Stato per analizzare accuratamente le carte riservate del Ministero dell’Interno, racconta una Catania segreta e ci anticipa una novità:
“Scrutando la storia catanese emergono una molteplicità di vicende scomparse e non soltanto in ambito politico. C’è un altro omicidio suicidio irrisolto, altre vicende che poi hanno avuto una fortissima eco nazionale e vorrei occuparmene.”
Concludiamo la nostra intervista con una frase che racchiude il significato del suo saggio: “Catania è una città che è sempre uguale nelle proprie logiche, nel suo disordine, nel suo essere caparbiamente autonoma. Cambiano i colori e le liturgie di fondo, ma un c’è “un’annacata”, un movimento, sempre uguale. Un libro quello del collega catanese che dimostra come sia utile e necessario conoscere bene il passato per fare le scelte sul nostro futuro. E non solo in politica.