Massimiliano Vasta, proprietario e Chef del ristorante Vico Astemio a Riposto, ha chiuso l’attività al pubblico dal 9 marzo e attende che sarà permesso riaprire.
Una scelta difficile ma necessaria.
“Sicuramente difficile, perché oltre a essere Chef e ristoratori siamo anche imprenditori e ci siamo dovuti confrontare con i costi di impresa: da noi si lavora molto con i costi programmati e abbiamo dovuto riprogrammare tutto insieme ai nostri fornitori. Sicuramente dispiace ma non si poteva fare altrimenti: la tavola è convivialità, è condivisione, è confronto e non potevo immaginare la nota triste della sala data da distanze che abbiamo vissuto una settimana prima della chiusura rispettando le disposizioni del decreto”.
Eppure nei social tantissime foto, video e stories sono dedicate alla cucina.
“La cucina come fenomeno social personalmente mi fa molto piacere: in questi giorni riduce anche lo spazio delle notizie spiacevoli. Ho apprezzato molti colleghi che hanno raccontato i loro segreti e ci hanno portato nelle loro cucine casalinghe”
E tu, che aspetti?
“Mi hanno chiesto in tanti, ci sto riflettendo”.
Da questa esperienza cosa si dovrebbe capire?
“Questa esperienza mi auguro ci faccia capire i veri valori della vita e anche di una sana alimentazione. Siamo stati pigri e abbiamo comprato quello che occhi e orecchie ci portavano ad acquistare, più una scelta dettata dalla forza del marketing che del prodotto. Riscoprire il vero valore della cucina può essere sicuramente una nota positiva: noi siamo quello che mangiamo, gli alimenti diventano parte di noi e occorre curare l’alimentazione per curare noi stessi. Dobbiamo volerci bene”.
Trarre del buono anche della crisi
“La cosa ‘positiva’ è che il mondo sta respirando, e anche sul profilo alimentare si stanno riscoprendo i sapori di una volta. Forse questa generazione sta vivendo una guerra diversa dei nostri nonni, senza bombe e comodamente in casa. Oggi dovremo apprezzare di più questa grande libertà che abbiamo, rivalutando il valore delle nostre case”.
Si riformulano i bilanci a casa
“Chi ha la fortuna di viverla in famiglia, questa crisi ci sta facendo riscoprire il valore dello stare insieme. Anche il bilancio familiare cambia: bisogna fare come le ristorazioni di successo.
Ovvero?
“Il successo di un ristorante è dato dalla capacità di non sprecare, di offrire sempre ricette originali che non facciano buttare ingredienti. È una grande opportunità la riscoperta della cucina di recupero”.
Puoi farci qualche esempio?
“A pranzo la zuppa di ceci che – se avanza – diventa crema per la carne alla griglia a cena. Consiglio a tutti prima di cucinare di aprire il frigo e farsi ispirare. L’altra sera in famiglia abbiamo fatto un piatto con del pane rimasto, l’abbiamo tagliato a fette e tostato per renderlo croccate; messo in un tegame abbiamo adagiato del formaggio a pasta morbida e sopra del pepe, sale, origano e una salsa fresca di pomodoro fresco che avevo condito con del basilico: cucinato in forno per un paio di minuti mi ha dato modo di recuperare pane fresco e formaggi. Chiamatelo panpizza, ma è un buon modo per fare felici i bambini in modo semplice”.
Possiamo dare qualche altro consiglio?
“Fare la spesa commisurata al far bisogno familiare è un grande successo: dobbiamo cercare di uscire il meno possibile e pensare a fare una spesa attenta al periodo“.
Come?
“Privilegiare i legumi sicuramente: fave, piselli freschi potrebbero essere un passatempo per stare in famiglia sbucciandoli insieme. Si possono anche congelare, porzionando. Oppure suggerisco di rivalutare il riso con cui oltre a risotti e insalate – sperando nel bel tempo – si possono fare arancini. E poi, ovviamente, gli ingredienti principali come farine, acqua, sale con cui pensare a prodursi pasta e pane e restare affascinati dal magnifico mondo delle lievitazioni”.
E con i formaggi?
“Posso essere consumati freschi o trasformarli usandoli come condimenti. Tutto si può utilizzare: anche il pesce porzionato potrebbe essere un’ipotesi. Se si vuole si può anche congelare il pane e uscirlo dal frigo il giorno prima di mangiarlo”.
Forse cose impensabili fino a qualche giorno fa
“Riscopriamo il senso della famiglia e dalla tavola come momento di convivialità e confronto, così come era una volta. E la cucina potrebbe essere anche un gioco e un passatempo utile a tutti”.
Cosa ci vogliamo augurare per il futuro?
“Speriamo di poterne uscire forti. Io ho paura per il nostro settore che fa da traino all’economia: formaggi, carni, pesce, verdure, vini sono i prodotti che si consumano nei ristoranti e muovono economia; un indotto che oltre al mercato interno muove turismo e di riflesso colpisce tutti. Oggi occorre pensare ad uscirne e poi capiremo il dafarsi“.
“La priorità è uscirne, quindi restare a casa e seguire le indicazioni che ci vengono date”.