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Monte Gorna: “Ripartiamo dalla famiglia e dall’accoglienza in Cantina”

Si ritorna alla normalità. Almeno ci proviamo: anche chi produce vino, oltre alla cura dei vigneti e i lavori in cantina, si sta riorganizzando per accogliere i winelovers in azienda.

Ho voluto sentire sull’argomento Stefania Licciardello, responsabile delle visite e delle degustazioni per Tenuta Monte Gorna, piccola azienda a conduzione familiare del versante sudest del vulcano. È qui che insieme alla sorella gemella Arianna, il fratello Sebastiano – la terza generazione della famiglia Licciardello – con l’ausilio di mamma Santina e papà Rosario, si coltivano i vigneti e qualche albero da frutto come ciliegio e castagne. Siamo a Monte Gorna, cono vulcanico spento in comune di Trecastagni. 

«Abbiamo vissuto le visite in cantina sempre con lo spirito di chi apre le porta di casa propria facendo vivere un’esperienza autentica. L’accoglienza siciliana è molto apprezzata soprattutto quando libera da formalismi: i turisti e i winelovers che vengono da noi lo fanno perché trovano una famiglia ad accoglierli».

Una scelta che vede il gradimento degli americani e a seguire le nazioni nordeuropee portati per lo più da agenzie per turisti e portali di degustazione.
«Durante le visita amiamo raccontare nostra decisione di produrre vino sull’Etna, – mi svela Stefania – racconto il territorio e il terroir: fare vino sull’Etna vuol dire fare anche un vino differente ogni anno dove si senta l’annata».

«La nostra è una piccola produzione (20.000 bottiglie circa ndr) questo è un elemento che piace. Ovviamente – continua la giovane Licciardello – chiunque viene rimane entusiasta della nostra visita e dei nostri luoghi: il versante sudest si caratterizza per i boschi e per la vicinanza alla città, uno storytelling diverso visto che i nostri vigneti vertono sui conetti vulcanici figli dell’Etna»

Oltre ai luoghi a fare la differenza è il cibo siciliano.
«In particolare viene apprezzata la caponata e il formaggio locale. A volte organizziamo su richiesta Cooking Show con la collaborazione di alcuni Chef: entrare dentro al calice e al piatto resta una delle migliori esperienze che possiamo offrire ai nostri visitatori».

In fondo sarebbe da sfidare chiunque a tornare a casa e non rimane soddisfatto dopo aver vissuto l’Etna nella sua totalità: l’idea di poter passare dalla montagna al mare, alla cucina, ai vini e restare nelle vicinanza della città è un lusso che solo noi etnei possiamo offrire.

Quali vini si apprezzano maggiormente?

«Il paese di origine determina il gusto anche per le loro abitudini. Ad esempio chi viene dagli stati del nord Europa predilige il nostro Etna bianco; gli americani il nostro Etna rosso. Ad accontentare tutti i palati il nostro Etna rosato».

Sarà che la riscoperta del rosato è un fenomeno globale?

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