“La Cultura dell’orgoglio, l’orgoglio della Cultura”.
E’ questo il tema del Catania Pride quest’anno che parte da San Berillo.
Un ciclo di incontri e dibattiti culturali per parlare dei diritti acquisiti e di quello che ancora manca.
Una battaglia di idee da portare avanti, per dimostrare che il Pride non è solo apparenza.
Ieri alla conferenza stampa, organizzata dal consigliere nazionale di ArciGay Giovanni Caloggero, sono stati snocciolati dati importanti.
Il quartiere non è stato scelto a caso.
San Berilo per la comunità gay di Catania ha un significato simbolico.
San Berillo ha bisogno di attenzione.
Alcuni imprenditori hanno scommesso sulla zona e ci sono locali, come il First, che cercano di migliorare il quartiere facendo un vero e proprio lavoro di rigenerazione, ma è ovvio che questo non può bastare.
Le strade e le case sono ancora fatiscenti, l’idea che si tolleri la presenza di transessuali che si prostituiscono nel quartiere, non piace agli abitanti della zona e non somiglia ad un’integrazione.
Facciamo una chiacchierata con Giovanni Dall’Orto giornalista e militante gay da 40 anni che si è sempre occupato di cultura e che condurrà i dibatti in questi giorni, ed è lui che ci fa notare come in una città come Milano-dove lui vive- tutto questo sarebbe intollerabile.
Ma c’è di più Giovanni afferma tra una battuta e l’altra: “La vera evoluzione culturale non può essere quella di “tollerare” che giovani transessuali siano liberi di prostituirsi perché questo potrebbe essere un modo creativo di inserire ed emarginare allo stesso tempo, è come tenere una pustola e controllarla, come se fosse un’infezione da tenere sotto controllo. Per San Berillo serve di più. Serve capire davvero come integrare questa parte della città e renderla partecipe”.
Ieri alla conferenza del Pride erano presenti l’assessore Salvo Di Salvo, l’assessore alla Cultura Orazio Licandro e il capo della segreteria tecnica del sindaco Paolo Patanè.
Tutti si sono dimostrati disponibili ed aperti al dibatto con la comunità gay rispondendo: “A chi alza muri bisogna rispondere con la cultura”.
Intensa e significativa è stata la testimonianza di Paolo Patanè che ha affermato:
“Sono qui a rappresentare l’amministrazione comunale come Capo della Segreteria Tecnica del sindaco e vi porto i suoi saluti insieme agli assessori presenti, ma sono qui soprattutto per portare la mia testimonianza. Sono stato presidente nazionale di ArciGay e ho ricoperto molti ruoli, sono stato il fondatore del primo comitato ArciGay di Catania e posso affermare che di strada ne abbiamo fatta. Il pride di Catania è la storia delle persone gay, lesbiche e transessuali, non è una sfilata di corpi, ma una storia da raccontare”.
Sono ancora tante le battaglie che il mondo gay vuole portare avanti.
Nonostante l’approvazione della legge Crinnà, ci sono ancora troppe cose da chiarire, dalla Stepchild Adoption ad una vera e pripaia legge contro l’omofobia.
La battaglia di idee è appena iniziata da San Berillo dove la comunità gay vuole puntare i riflettori. “Questa non è integrazione” ci dicono.