“Dobbiamo far vivere un’esperienza unica a un gruppo di attori di Hollywood”è il testo del messaggio che qualche giorno fa ho avuto il piacere di ricevere. Qualche telefonata e si parte: facciamo scoprire l’Etna e alcune sue produzioni di eccellenza a The Big Bang Theory. In pochi forse sanno che Johnny Galecky conosciuto dai fan di The Big Bang Theory nelle vesti di Leonard Hofstadter, in California possiede dei vigneti e ama il vino. Venuto a Catania in occasione della nona edizione di Etna Comics non ha resistito al fascino del vulcano e dei suoi eccellenti vini.
Ho avuto con Giuseppe e Marco – i miei compagni di avventura – il piacere di guidarlo con la sua compagna e un gruppo di amici americani alla scoperta del Carricante e del Nerello mascalese. Un percorso studiato per raccontare l’Etna nell’ unicità delle sue differenze e produzioni.
Partiamo da Monte Gorna dove la famiglia Nicosia coltiva dieci ettari per raccontare i versanti del vulcano e le differenze che vi sono. Ad attenderci Santi per iniziare un piccolo giro in vigna e far toccare con mano a Johnny, la compagna Alaina Meyer e il gruppo a loro seguito le produzioni delle terrazze etnee: il cordone speronato e l’alberello, far vedere l’Etna per poi ritrovarsela alle spalle e godere della vista panoramica del mare potendo ammirare anche i conetti vulcanici tipici del versante sud-est. Stupore e foto dei nostri ospiti accompagnano la visita.
Sull’Etna ci sono diversi produttori – oltre duecento forse – ma l’idea che abbiamo voluto far vivere e trasmettere ai nostri ospiti non è competizione ma narrazione del territorio con le sue differenze. Non potendo per esigenze di tempo visitare tutte le aziende abbiamo selezionato dei momenti e dei luoghi per provare a narrare al meglio il nostro territorio.
Il vino va raccontato ma soprattuto bevuto: cominciamo con una magnum di Brut da Carricante, il metodo classico Sosta tre Santi dove i nostri amici Holliwoodiani hanno potuto apprezzare la ripresa della tradizione della spumantizzazione sull’Etna ad opera di Cantine Nicosia. Colpiti da sapidità e dalla spalla acida entriamo nel vivo della degustazione raccontando come la spumantizzazione nasca sull’Etna alla fine dell’ottocento grazie al Barone Spidaleri e che solo a fine secolo scorso viene ripresa dalla famiglia Murgo.
N’ettaro, Etna Bianco Doc, Masseria Setteporte (65% Carricante, 35% Catarratto) il vino ambasciatore del versante ovest prodotto dall’ avvocato Portale nel territorio di Biancavilla, dove qualche anno fa Angelo Gaja ha comprato dei terreni in società con Alberto Aiello (azienda Graci ndr). Un vino che al calice porta il territorio di provenienza: il versante ovest si caratterizza per le colate laviche più antiche del vulcano, l’esposizione al sole e l’assenza della brezza marina che invece caratterizza il versante est. E proprio da qui continuano il viaggio alla scoperta del vulcano: Fondo Filara, Etna Bianco Doc 2018, Cantine di Nicosia e il loro Monte Gorna, Riserva Etna Bianco Doc 2015, ci danno l’occasione di sentire al calice il territorio, il microclima e le vigne che circondano i nostri ospiti. Grande soddisfazione per Johnny che spera in un aumento della produzione delle viti a bacca bianca sull’Etna ad oggi intorno ad un terzo della produzione del totale.
Spazio anche a qualche assaggio preparato magistralmente dallo chef dell’Osteria Nicosia Williams Cioffi in cui la tradizione e i nostri sapori hanno permesso di continuare la degustazione in abbinamento.
È tempo di lasciare spazio al fruttato dell’Etna Rosso Doc Masseria Setteporte per cominciare così il comparing tra i versanti in rosso: il Nerello mascalese la fa da padrone. Apprezzato per le proprietà organolettiche del vitigno bandiera dell’ Etna, proponiamo a seguire il Fondo Filara, Etna Rosso Doc Contrada Monte Gorna 2016 e il premiato Etna Rosso Doc Riserva Monte Gorna 2012. Quest’ultimo molto apprezzato è stato l’apripista per il percorso dedicato alla Contrada Santo Spirito in cui grazie a Etna Rosso Doc Santo Spirito 2017 di Tenuta delle Terre Nere, Etna Rosso Doc Santo Spirito 2016 di Palmento Costanzo e Etna Rosso Doc Vigna Vico 2015 di Tenute Bosco abbiamo dato la possibilità di degustare vini prodotti con vigne vecchie e franco di piede. Un tripudio per l’ Etna che ha estasiato i nostri ospiti e dato modo di comunicare come anche all’interno di una stessa contrada, con vigne a pochi metri di distanza, sia possibile avere prodotti così diversi.
La visita del palmento con la spiegazione di come si faceva fino a qualche decenni fa il vino sull’Etna ha mandato in estasi i nostri ospiti: “Sarei disposto a comprare ed abitare qui”è l’esclamazione di Johnny.
È la caratterizzazione di questo continente enologico e del suo suolo che – spostandoci a Viagrande presso Terra Costantino – abbiamo fatto toccare con mano: nella cantina edificata da Fabio, completata nel 2015, ha avuto la brillante idea di lasciare alcuni “spaccati” di suolo. Colate e colori che si sovrappongono in cui le radici della vite si fanno strada.
La cantina oltre a produrre totalmente in regime di biologico, è stata costruita con l’attenzione verso l’ambiente e l’ecosostenibilità: un scelta molto apprezzata dagli ospiti americani.
Se il vino e le cantine e il panorama hanno fatto innamorare, il pranzo ad opera dello Chef Marco Cannizzaro del Ristorante Km.0 che abbiamo sottratto per un giorno alla sua proposta estiva del Pontile a Marina di Brucoli è stata un tripudio di gusto.
Mentre Salvo, cantiniere dall’azienda Terra Costantino ha introdotto e serviti i vini (DeAetna Etna Rosato Doc 2018, DeAetna Etna Bianco Doc 2018, Etna Bianco Doc Contrada Blandano, DeAetna Etna Rosso Doc 2018, Etna Rosso Doc Contrada Blandano e il nuovo Rasola 2018, un vino ancestrale ispirato alla produzione dell’Etna di anni fa) per lasciare il spazio al menù pensato dallo Chef Etneo: Cipolla rossa caramellata con robiola di capra girgentana e salsa di fragole; Ravioli di ricotta al limone con zucchine e menta; Manzo al pistacchio con la sua salsa e patate morbide; Cannolo alla ricotta.
“A Giuseppe, Marco e Francesco per avermi regalato un’esperienza che non dimenticherò mai” è il messaggio che Johnny ci ha voluto dedicare. Un’esperienza che dedichiamo all’Etna e al nostro bellissimo territorio che può e deve credere in se.