Il cibo è il ricovero delle emozioni

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Parlano gli Chef: Valentina Rasà

Continuiamo le nostre interviste telefoniche agli chef per chiedere dei consigli per questi giorni difficili in cui serve tanta pazienza e perché no anche creatività per trasformare gli avanzi in pietanze buone e per non sprecare il cibo. Sfruttiamo questa pausa per riflettere su questo.

Valentina Rasà – Manipura

È la volta di Valentina Rasà, Manipura. Chef a domicilio e specializzata in banchettistica.

Stories, post: tutti pazzi per la cucina?

“Da buon italiani ci siamo buttati sulla cucina, un chiaro segnale di quanto sia importante per noi da una parte e dall’altra di come il cibo sia ricovero delle emozioni”.

Non solo fornelli, i social ci hanno raccontato supermercati presi d’assalto.

“In questi giorni dal ‘compro tutto’ magari ci serve – occorre proprio – ripensare la spesa che facciamo: è l’occasione per evitare magari la pasta o le merende confezionate e farle da noi. Con pochi ingredienti principali come farina, sale, zucchero, olio, e i giusti condimenti possiamo riformulare il nostro equilibrio. Basta poco e in un solo colpo potremmo fare economia, ridurre gli spechi e guadagnarne in salute”.

Sembra la sopravvivenza di un popolo in guerra.

“Non siamo in guerra e i ricordi dei miei nonni sono un ricordo però possono essere utili: mia nonna faceva il pane con la cicerchia, mio nonno mangiava sempre patate. Sono stati traumatizzati da questo. Però riprendere a fare il pane in casa evitando così di recarsi ogni giorno al panificio oltre che preservare la saluta nostra e di chi ci sta intorno, potrebbe essere una soluzione per occupare del tempo in modo proficuo e avere forse anche una qualità maggiore”.

Cosa potrebbe ispirarci?

“Penso a ricette povere come al pane fritto con le uova, pane pizza che trasformano avanzi o ingredienti che potrebbero andare a male. Non vuol dire regredire vuol dire usare la vecchia sapienza con la consapevolezza di oggi: io scelgo di fare questo, non sono obbligata ma è meglio. È un valore aggiunto non è imposta”.

Che consiglio ti senti di dare?

“Occorre stringere il focus sulle produzioni locali più che mai, non come marketing ma come scelta: occorre tornare alle aziende e cooperative a km.0 dalle carni, alle verdure, alle farine, al pesce. Occorre modificare i flussi con intelligenza portando così ricchezza”.

Forse la globalizzazione e le modo ci hanno alterato il palato.

“Scegliendo cibo di stagione, prodotti vicino è un bel modo di reinventarsi. Io ho sempre fatto una ristorazione molto legata al territorio e personalmente non mi serve reinventarmi, occorre però ricercare la vera qualità del vicino. Sicuramente si stringeranno in termini quantitativi le portate, ma oggi le differenze saranno più chiare: sono sicura che la qualità verrà premiata”.

Una bella occasione per chi sceglie la qualità. E la conservazione dei cibi?

“In questo momento è necessario ritornare a una materia prima semplice per riconvertire i cibi come facevano i nostri nonni o così come si fa nelle navi da crociera o nei villaggi turistici in piena stagione. A qualcuno sembrerà strano ma il modo migliore per non sprecare cibo è dedicarsi al buonsenso. Quante volte le nonne usavano le polpette che restavano rimettendole nel frigo e trasformandole in sugo il giorno dopo?

Come si potrebbe fare?

“La base è avere una materia prima buona e così poterla trasformare come si vuole. Fino ad oggi con questa epidemia ci siamo dati al consumismo più sfrenato, ma è necessario riformulare le nostre abitudini. Sicuramente sul cibo possiamo guadagnarne – in termini qualitativi – da questa crisi”.

Ne sono convinto anche io. Possiamo dare un’idea di ricette utili ai nostri lettori?

“Minestroni di verdure fresche fatti in casa potrebbero essere un’idea per evitare lo spreco di verdure. Se il minestrone dovesse avanzare si può asciugare e fare degli sformati aggiungendo uova, parmigiano, menta e mettendo in forno. Oppure si potrebbero saltare in padella con cipolla e fare un ragù vegetale. O ancora frullando con il bimbi si potrebbe fare un buon dado vegetale”.

Cosa possiamo augurarci?

“Speriamo di vederci presto, magari con una festa solidale e di comunità dove ognuno porta qualcosa”.

Dopo questa chiacchierata Valentina ha dato vita a un gruppo facebook “Ricchezza e nobiltà del cibo di recupero” che consiglio a chiunque voglia approfondire ricette e discutere sull’argomento.

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Francesco Chittari

Catanese e siciliano fiero, vista la fuga dei cervelli ha deciso di puntare sul fegato: sommelier del vino e amante delle birre artigianali, organizza eventi coniugando passione, eccellenze e territorio. Non solo il bicchiere, è amante anche dei piatti e della buona cucina.
Ama girare e conoscere palmo a palmo la nostra bellissima terra ed esplorare il mare. Curioso e caparbio, ricerca storie interessanti da raccontare. Social per professione, cura il marketing e la comunicazione per le aziende.

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