Si chiama I-DITU ed è il progetto ecosostenibile ideato da due siciliane Annamaria Imondi e Laura Mirabile.
Insieme hanno dato vita al Sicilian Safety Finger, un dispositivo realizzato in 3D Technology e bioplastica, totalmente biodegradabile e compostabile, che aiuta la gente ad evitare il contatto diretto dei guanti con gli oggetti di uso quotidiano come i tasti di un bancomat, le porte e i pulsanti dei bagni pubblici.
Il PLA, acido poliattico, materiale di cui è fatto I-DITU, deriva dalla trasformazione degli zuccheri presenti nel mais, barbabietole e prodotti naturali rinnovabili non derivati dal petrolio.
Una decisione etica innanzitutto, che interessa la scelta dei materiali e la vision responsabile sul loro utilizzo, compreso il disinfettante agli agrumi prodotto anch’esso da un’azienda siciliana, e la borsa in cui è contenuto I-DITU, in cotone.
Un’idea di Annamaria progettata e realizzata da Laura Mirabile che, dopo essersi specializzata tra la Sicilia e la Toscana, decide di vivere nella sua città natale, Barcellona Pozzo di Gotto (Me)per dar vita a “La Botteguccia di Laura (R)” un concept store dove seleziona oggetti di design, giochi libri educativi e creativi, e accessori con una forte sensibilità all’ecodesign.
Ed è nel suo laboratorio 3D che produce I-DITU.
L’idea, decisamente innovativa, ha già trovato il favore del mercato estero per via della simpatica forma e dei colori, come modo per sdrammatizzare e affrontare con ilarità il momento che stiamo vivendo a causa della tristemente nota pandemia.
Non chiamiamolo tuttavia progetto, quello di I-DITU vuole essere un modo di essere e vivere il tempo, uno scrigno che contiene storie, una fucina di idee ispirate da un amore antico quanto sofferto, ma puro. Così puro che per Annamaria, ideatrice di I-DITU la terra di Sicilia è come una casa nella quale ritornare ogni giorno con la gioia nel cuore e la voglia di innovare.
Ed è da questa Matrioska che fuoriescono, come le parti più recondite di un grande disegno, le idee di Annamaria per la sua isola. Tutto parte da Barcellona Pozzo di Gotto (Me), dove lei vive e crea, ma andando più a ritroso, è la sua formazione romana in marketing e comunicazione che forgia in lei il desiderio di restituire bellezza alla sua terra, e poi il teatro, quel teatro che le ha insegnato a stare in scena, solida, consapevole e attenta osservatrice della vita.
Fin dagli studi romani, e grazie agli innumerevoli viaggi, Annamaria comprende quanto la sua isola, spesso incompresa e vilipesa, avesse bisogno di cuori febbricitanti che si prendessero cura di lei.
Così decide di avviare un percorso di collaborazione finalizzato a coinvolgere donne e uomini pensanti. Una Sicilia più responsabile, cosciente, padrona di sé. Un lavoro di ricerca che dura da anni e che si concretizza inizialmente con una felice intuizione: “posizionare” la Sicilia in un barattolo e portarla in giro per il mondo.
Il tema è #lasiciliainunbarattolo, un gift box a tema, riciclabile, contenente delizie tipiche siciliane prodotte da aziende di qualità più o meno note, come simbolo di una terra che c’è e vive nelle menti creative degli artigiani, degli agricoltori, degli artisti.
“Ho voluto dare voce– afferma Annamaria – alla parte dell’isola più positiva, mettendo insieme persone in grado di mostrare i loro aspetti migliori, dando vita a simboli portafortuna, dei “lasciapassare” per la fiducia, e mostrare come tutto nel tempo possa assumere forme diverse; tutto si ricicla, tutto è riciclabile e riutilizzabile.”
La cooperazione, che per lei è fondamentale solo se si lavora su più livelli, è alla base anche di Lia Ci Sì?,un’idea di coworking interamente Made in Sicily nata a Barcellona P.G., un ambiente conviviale dove cibo, arte e cultura si incontrano per offrire esperienze memorabili.
Bifronte di Si-Ci-Lia, Lia Ci Sì? è una Sicilia al contrario che rigetta i luoghi comuni di una terra senza speranza, un’invocazione ai siciliani per esortarli al risveglio e alla cura.
Qui l’ospite viene accolto da Annamaria, da sua madre Stefania Gemelli, ispiratrice di molte ricette elaborate dalla tradizione e dal suo socio Alessandro Vento, bartender pluripremiato, in un’atmosfera tipicamente siciliana, fatta di buone maniere e coccole culinarie, di arte e musica, un viaggio sensoriale vissuto tra professionisti dell’accoglienza e artigiani del gusto.
Un modo per sorridere alla vita con leggerezza, anche in questo infausto periodo in cui tutte le certezze sembrano venir meno.
E poi il progetto Ma/Lia di Lia ci Si?con il quale Annamaria rivaluta e riporta in auge il turbante, un accessorio tipicamente indossato dalle donne sicule di un tempo, che da oggetto quotidiano di lavoro diventa icona per donne sicure e con una forte personalità.
Con la stessa ironia da Lia vengono fuori altre idee, così nascono le mascherine fashion che si ritraggono per diventare splendidi foulard per il collo.
Idee brillanti che si uniscono a quella enogastronomica di LiaCiSì? e che si ampliano ulteriormente con un progetto culturale, prossimamente in uscita, all’interno del quale venti scrittori siciliani più o meno noti raccontano una favola su diverse tipologie di agrumi.
Il risultato è un testo corale, edito da Smasher Editori, corredato da un audio libro, in italiano ed inglese, pensato per interagire virtualmente con i graffiti dell’Urban Place realizzati da Street Artists messinesi.
Una felice intuizione pensata a scopo benefico per rendere felici bambini e adulti nel desiderio di rivivere l’isola e le sue eterne bellezze da una prospettiva diversa, positiva, nuova, e di apprendere tramite la fantasia, qualcosa in più della nostra bellissima terra.