Sta per arrivare in tutte le librerie d’Italia ed è già molto richiesto.
Il nuovo libro della scrittrice siciliana Silvana Calcagno ha già suscitato l’interesse dei lettori.
Il romanzo “Gianni Morandi è scomparso” racconta il primo giorno di lavoro di un’assistente di produzione.
Un giorno che può rivelarsi difficile da affrontare.
Soprattutto se l’azienda che ti ha assunto è l’emittente televisiva più famosa d’Italia, la Rai; se sei una ragazza ambiziosa ma molto emotiva, con dei superpoteri ereditari e una famiglia ingombrante; e se i tuoi colleghi hanno dei caratterini non proprio facili da gestire e troppi segreti e questioni in sospeso. Storie d’amore e di odio, di tenerezza e di vendetta, a metà fra il comico e il tragico, la ricerca di affermazione di una millennial e il suo scontro quotidiano con il nemico più temibile: se stessa.
Noi di Sudlook abbiamo contattato la scrittrice per conoscere meglio i dettagli di questa imperdibile storia.
Silvana, come nasce l’idea di questo libro?
«L’idea di scrivere un romanzo nasce dalla frequentazione di un corso di scrittura. Siamo partiti scrivendo racconti brevi, fino ad arrivare, nel corso degli anni, alla stesura di un’opera lunga. I miei maestri di scrittura, Lucia Pappalardo e Luigi Annibaldi, sono stati di fondamentale aiuto. Senza i loro incoraggiamenti a proseguire e i loro feedback da esperti non ce l’avrei mai fatta. Il primo insegnamento che abbiamo imparato è che per scrivere qualcosa di credibile bisogna partire dalla propria esperienza personale. Per la mia storia ho preso spunto dall’ambiente variegato e complesso che vivo tutti i giorni: il mondo della televisione. Il contesto, però, è diventato un pretesto per raccontare la condizione lavorativa di noi “millennials”, le situazioni a tratti buffe, a tratti crudeli, a tratti gratificanti che viviamo un po’ tutti quando ci approcciamo al mondo del lavoro».
È un libro autobiografico?
«Si tratta di una storia di fantasia, la protagonista ha dei super poteri, però sì, c’è anche molto di me in questo libro, del mio vissuto e del mio modo di vedere le cose. I personaggi sono inventati, ma ci sono anche nomi conosciuti da tutti, la Vanoni, Fiorello, Pippo Baudo. Le loro storie si intrecciano con quelle dei personaggi comuni, sono storie in parte vere, che loro stessi hanno reso pubbliche, ma che io ho re-immaginato con la mia fantasia. Verità e finzione letteraria si mescolano in tutto il libro».
Cosa ha rappresentato per te questo romanzo?
«Scrivere questo romanzo, il mio primo romanzo, per me è un sogno che si avvera. La scrittura è sempre stata la mia passione e vedere il mio nome sulla copertina di un libro è un’emozione grandissima. Non pensavo che ce l’avrei mai fatta. E ho sperimentato quanto scrivere un testo lungo sia complicato sotto tanti punti di vista: è complicato mantenere l’ispirazione, far sì che la trama funzioni, rendere credibili i personaggi, banalmente trovare il tempo. Ancora non mi spiego, infatti, come facciano i grandi scrittori a essere così prolifici!».
Come è arrivata la pubblicazione?
«E’ successo per caso. Dopo il corso di scrittura gli insegnanti mi avevano dato dei nomi di case editrici a cui mandare il romanzo.
Ho mandato il manoscritto, ma non ho ricevuto alcun riscontro.
Poi ho partecipato a un torneo letterario online che si chiama “Io scrittore”; si tratta di un’iniziativa volta a scoprire e pubblicare nuovi autori della narrativa italiana. Chi si iscrive partecipa sotto pseudonimo in una doppia veste: quella di lettore e di scrittore.
Tra i giudicanti c’era il direttore editoriale di GM libri a cui è piaciuto il mio incipit».
Ci racconti la trama e i personaggi?
«Il libro racconta il primo giorno di lavoro di un’assistente di produzione. L’arco temporale è quello di una giornata lavorativa un po’ più lunga del previsto. Infatti il primo giorno di lavoro della protagonista, Anita Giordano, coincide con una diretta speciale in prima serata per celebrare i 25 anni di “Storie di Vita”, il programma al quale Anita è stata assegnata. E qui iniziano tutta una serie di eventi, imprevisti, salti nel passato che mettono in luce come non ci sono buoni o cattivi, ci sono persone, spesso ferite dai loro vissuti, spesso disfunzionali e quindi normali. Ognuno di noi ha un mondo complesso dentro che quasi sempre è nascosto a uno sguardo superficiale. Il romanzo passa dal comico al tragico, dal thriller al giallo, dal sentimentale al flusso di coscienza».
Da quanto tempo vivi a Roma?
«Vivo a Roma dal 2012. Mi sono trasferita qui per una master e poi, tranne una pausa di sei mesi, ci sono rimasta. Il mio rapporto con questa città stupenda è stato conflittuale fin dall’inizio. Roma credo si possa definire la città più bella del mondo, ma è anche caotica, invivibile, complicata. Adesso abbiamo fatto pace, soprattutto da quando ho trovato qui l’amore e una micia con cui costruire una famiglia».
Da quanto tempo lavori in Rai?
La televisione è cambiata in questi anni? In che modo?
«Lavoro in Rai da quasi sette anni e credo che il mio sia un vero privilegio. La Rai è un po’ lo specchio della società italiana, delle sue evoluzioni e dei suoi pregi e difetti. Negli anni la televisione pubblica ha dovuto fare i conti con l’incredibile offerta che propongono i cosiddetti canali OTT, i grandi broadcaster che si basano sull’on demand (Netflix, Amazon Prime, etc). La sfida che sta affrontando adesso la Rai, e la televisione generalista italiana tutta, è proprio quella di stare al passo con l’evoluzione sempre più rapida della tecnologia e dei gusti del pubblico».
La scrittrice
Silvana Calcagno: nata a Paternò, si è laureata in Filologia moderna presso l’università di Catania. Dal 2012 si trasferisce a Roma, dove entra in Rai, lavorando come assistente per numerosi programmi.
Scrive per Tafter, West-Info e altre testate online di cultura e società, pubblicando al contempo racconti per la rivista «Mag-O». Gianni Morandi è scomparso è il suo primo romanzo.
Gianni Morandi è scomparso
Casa Editrice La Vita Felice
Collana NarraLibri | pagine 312 |prezzo€ 18,00