In questi giorni di quarantena non possiamo che proseguiamo le nostre ‘chiacchierate’ telefoniche. È la volta di Arianna Vitale, responsabile commerciale di Tenute Mannino di Plachi, storica cantina etnea che apre il contributo di riflessione anche al mondo del vino.
Arianna come va nel mondo del vino?
“Siamo a casa a lavorare in smart working. Il periodo è difficile: ordini che non partono, pagamenti rinviati. Non è facile, ma speriamo di uscirne al più presto”.
Vinitaly e ProWine annullato
“Una disgrazia: avevamo fatto del lavoro anche in direzione di questi eventi in agenda. Ovviamente era necessario annullarli, il potenziale di questi incontri sarebbe stato molto ridotto e non vi nascondo che anche li c’è un danno economico significativo nei budget di un’azienda. In questi giorni ci stiamo muovendo per recuperare i soldi di biglietti e alberghi, e speriamo che i costi fiera vengano rimandati alla prossima edizione. Siamo ancora in attesa di notizie”.
Come vedi il mondo del vino?
“Il mondo del vino è un po’ cristallizzato. Fermandosi i ristoratori ci sono crediti in giro e non è il momento di chiederne il saldo. Al momento si sta sviluppando molto il mercato dei privati che acquistano soprattutto delivery”.
Un modo diverso di condividere una bottiglia. Presto arriva l’estate..
“La stagione estiva la vedo molto compromessa: è tutto rallentato, e speriamo che i ‘local’ possano supportare le aziende del territorio. È importante che ognuno di noi faccia la propria parte. Il ritorno alla normalità a mio giudizio non sarà immediato, ma dobbiamo essere ottimisti e farci trovare pronti. Da una parte i produttori devono immaginare nuove impostazioni di vendita, dall’altra ai consumatori occorre chiedere un gesto d’amore verso il territorio”.
Sei preoccupata per il blocco dell’enoturismo?
“Riceviamo richieste di annullamento o posticipazione di gruppi: sarà il momento di immaginare eventi privati rivolti al territorio. All’estero hanno avuto dopo di noi il problema Covid-19 e verosimilmente ne usciranno dopo. Noi in azienda abbiamo delle camere; le prenotazioni sono state annullate fino a tutto maggio e giugno è una incognita. Al momento c’è qualcosa per giugno. Vedremo come evolverà la situazione: l’importante al momento è uscirne”.
La produzione?
“In cantina e in vigna si continua a lavorare. Abbiamo piantato nuove barbatelle e imbottigliato le nuove annate. La campagna lavora e non si ferma, così come la cantina. Certo affrontare i costi di produzione con la consapevolezza di dover fare magazzino sfiducia ma non ci abbandoniamo allo sconforto”.
Hai paura delle giacenze di magazzino?
“La ripresa delle vendite sarà molto lenta: il mercato locale andrà a consumare le giacenze e all’esterno occorre capire quando si potranno riprendere le forniture. Ordini fermi al momento, ma sarà più semplice da recuperare all’estero secondo me. A differenza dell’Italia che già soffriva, la vendita all’estero è rivolta ai distributori e importatori che già ci conoscono e hanno forza economica diversa. Forse sarà l’occasione per abituare il mercato locale alla longevità dell’Etna”.
Pensi che occorrerà pensare a nuove strategie commerciali?
“Lo sconto merce per incentivare l’acquisto per le piccole realtà senza snaturare e svilire l’importanza della denominazione potrebbe essere un’idea. Sicuramente anche lavorare puntando su e-commerce e piattaforme on-line sarà molto utile. Imbottigliare e produrre ha un costo che con il prodotto fermo non si pagano”.
Pensi che occorra cambiare il rapporto con i clienti?
“Sicuramente occorre rafforzare il rapporto con i nostri clienti sfruttando tutti i canali comunicativi. Sfruttare il nostro database sarà sicuramente importante”.
Sei fiduciosa
“Sono fiduciosa e ottimista: finita l’emergenza virus le persone vorranno ritornare alla loro normalità smarrita. Sicuramente tutti i winelovers vorranno rivedersi con gli amici di sempre e condividere bottiglie insieme. Gli italiani ancor più di altri stanno riscoprendo l’eccellenza delle nostre aziende che forse prima sottovalutavano. Potrebbe essere una buona occasione di rigenerazione”.
Una buona speranza
“Si, spero che le aziende che puntano alla qualità vengano premiate. È più difficile rispetto ad altri settori rientrare alla portata di tutti, il vino è considerato un bene di lusso. Sarebbe carino creare degli eventi di tutto il comparto vitivinicolo siciliano per avvicinare il pubblico regionale. Ecco si è l’occasione giusta per puntare a promuovere il vino siciliano in Sicilia e dare valore a tutte le denominazioni che tutelano il nostro territorio”.