Le donne al centro del dibattito culturale della città, le donne protagoniste della memoria storica del nostro Paese.
Il Teatro Stabile di Catania vuole aprire la nuova stagione con una grande forza emotiva, sovvertendo gli spazi tra palco e platea e mettendo al centro di tutto il “pubblico”, coinvolto attivamente nello spettacolo.
E’ di pochi giorni fa la conferenza stampa di presentazione della stagione dove hanno partecipato la direttrice artistica Laura Sicignano, la vice presidente Lina Scalisi e l’attrice Lydia Giordano delle MaleTinte.
In primo piano Donne in Guerra, lo spettacolo di apertura della stagione che debutterà il 27 settembre con la regia di Laura Sicingnano, riallestito a Catania dopo aver vinto i premi in Italia e all’estero.
La storia delle donne che hanno vissuto la guerra civile degli anni Quaranta è stata troppo spesso dimenticata.
A porre luce a questo aspetto proprio la direttrice artistica del Teatro Stabile che insieme ad Alessandra Vannucci scrive un testo su storie di guerra, attinte da racconti famigliari o da testimoni del tempo, per descrivere sei donne fulgide e forti, ciascuna del proprio destino eroina più che di vittima.
«Gli uomini sono in guerra, sono in montagna, molti sono morti- scrive Laura Sicingano nelle note di regia e continua- restano le donne e si barcamenano per sopravvivere. Le storie di queste donne sono emblematiche ed esplose come bombe. Nei loro occhi è rimasto il fermo immagine di un evento che le ha segnate per sempre e che esse continuano a raccontare all’infinito perché non venga dimenticato. Le donne cercavano di mantenere dignità, femminilità e normalità quando nulla era dignitoso né normale. Si sono trovate improvvisamente in circostanze estreme: fame, pericolo, violenza».
Sei i personaggi scolpiti come miti interpretati dalle attrici Federica Carrubba Toscano, Egle Doria, Iasabella Giacobbe, Barbara Giordano, Leda Kreider e Carmen Panarello intervenute in conferenza stampa.
La pandemia ha affaticato tutto il mondo teatrale e questa bella novità ha regalato nuova linfa alle attrici che hanno accolto con gioia la riapertura.
«In questo teatro ho trovato la capacità straordinaria della forza collettiva- dice Federica Carruba Toscano– la volontà di voler ricostruire qualcosa di bello dopo il periodo difficile che abbiamo attraversato».
«Il teatro è vivo anche dalla parte dei suoi artisti-continua Egle Doria– ci sono nuove generazioni capaci di raccontare con una sensibilità straordinaria. Questo spettacolo è necessario, perché è ancora necessario parlare di donne».
«Io interpreto una partigiana- dichiara Barbara Giordano– e tutta quella fascia di resistenza femminile è stata poco rappresentata nei libri di storia. Fare uno spettacolo di donne non è un vezzo, ma semplice rappresentanza».
«Nella mia corta esperienza di teatrante non ho mai vissuto un gruppo al femminile-prosegue Leda Kreider– è stata un’esperienza unica, ricca di creatività, energia. Ciò che portiamo in scena è carico di responsabilità e coraggio»·
«Sono felicissima di fare parte di questo teatro- continua Isabella Giacobbe– questo spettacolo è molto intenso sia per chi guarda, sia per noi attrici. Torniamo a casa ogni giorno con un bagaglio emotivo molto importante, viviamo delle vite intense. Spero che tutto ciò arrivi anche al pubblico».
A concludere un commovente intervento di Carmen Panarello che torna in scena dopo molti anni: «Quello che sento è la responsabilità di misurarsi su un tema molto importante come quello della guerra, storie profonde di dolore e difficili da raccontare».
Ad intervenire anche la vice direttrice Lina Scalisi che ha introdotto i diversi appuntamenti collaterali.
Si comincerà il 30 settembre alle 19.30 con la presentazione del libro “Una storia al contrario” di Francesca De Sanctis. Firma de L’Unità, la De Sanctis si è ritrovata senza lavoro quando, nel 2017, il quotidiano ha sospeso le pubblicazioni.
Il 13 ottobre, invece, nel Ridotto della Sala Verga, sarà inaugurata “Di ferro, di rose e di ombre”, installazione delle MaleTinte che, dal materiale di recupero del teatro, costruiranno un percorso fra luci e ombre, un incastro visivo.
Il 22 ottobre, la professoressa Lina Scalisi coordinerà invece la conversazione sullo spettacolo “l’Italia delle donne”, dibattito dedicato all’impegno femminile sui fronti contemporanei.
Una riflessione delle donne sulle donne, con l’obiettivo di affrontare i nodi che riguardano le reali criticità e le reali opportunità che l’attuale scenario sociale può portare alla questione femminile.
«Il Teatro Stabile è diventato negli ultimi quattro anni un luogo di incontro, dibattito, conoscenza, confronto. Sono stati immaginati tre filoni di iniziative per portare questi temi all’attenzione della città- afferma la professoressa Lina Scalisi -Temi pratici che non fossero solo retorici, perché a volte quando si parla della cronaca nera, la retorica è dietro l’angolo. Le emozioni suscitate dai fatti di cronaca ci fanno dimenticare che ci sono delle azioni urgenti da intraprendere affinché questi fatti non accadano più. Si parlerà anche delle difficoltà che le donne incontrano non soltanto di fronte alla violenza, ma anche di fronte ad una violenza molto più sottile, meno percepita che è quella di una diseguaglianza fattuale della loro retribuzione, del loro ruolo nel lavoro che fanno, nelle condizioni in cui si trovano. C’è una sorta di “tetto di cristallo” che le donne difficilmente riescono a superare e, contemporaneamente, ci sono delle crisi che attraversano le società italiane che sulle donne in quest’ultimi anni hanno delle forti ricadute».