Se c’è una caratteristica che contraddistingue lo chef Tony Lo Coco quella è l’empatia.
Quella risonanza emotiva, quel sentimento di partecipazione e la capacità di intuire i bisogni altrui.
E’ stato cosi a NNUMARI, la manifestazione organizzata a Licata da Pino Cuttaia nel 2019, quando dopo una cena di gala in pochi minuti ha organizzato una spaghettata all’una di notte per i presenti, felici di continuare a mangiare.
Ed è cosi adesso in questi giorni difficili in cui tutto si è fermato, in cui ad avere bisogno sono i meno fortunati.
Tony Lo Coco, una stella Michelin del ristorante I Pupi e Claudio Oliveri di Oliveri 1964, hanno deciso di cucinare per le famiglie bisognose del loro territorio dando un grande supporto alla Caritas.
Sono giorni complicati. Nonostante un rallentamento del contagio, l’emergenza sanitaria impone una proroga delle misure restrittive fino al 13 aprile. E si fanno i conti con la crisi economica.
«Dopo la chiusura improvvisa dei nostri locali ci siamo trovati spaesati e confusi- racconta lo Chef Lo Coco- abbiamo metabolizzato il colpo e ci siamo messi subito a lavoro. Volevamo capire quale poteva essere il nostro supporto in questo momento e qui a Bagheria esistono alcune famiglie che non riescono neanche a fare la spesa».
Il comune di Bagheria, in provincia di Palermo ha una forte rete di volontariato, a spiccare il lavoro della Caritas diretta da Mimma Cinà con un grande impegno giornaliero verso l’intera comunità.
«Quando abbiamo saputo della chiusura temporanea della cucina della Caritas perché non idonea alle normative del Covid-19- continua lo Chef Lo Coco – abbiamo pensato di metterci subito a disposizione con le nostre cucine. Cosi insieme a Claudio Oliveri ci siamo dati dei turni. Ci sono situazioni di indigenza molto seria con gente che non è più in grado, non solo di fare la spesa, ma nemmeno di acquistare la bombola del gas per cucinare».
Un grande gesto di solidarietà che si allarga non appena si attiva la macchina organizzativa: «Abbiamo trovato la solidarietà di tutta la comunità bagherese. Ognuno vuole contribuire come può; ogni giorno ci arrivano materie prime per cucinare: frutta, ortaggi, pesce».
Un impegno che si sposa con i valori dell’associazione Le Soste di Ulisse di cui è vice presidente.
«Nei primi giorni qualcuno ci ha chiesto delle video ricette per tenere su il morale. Sono sincero, non me la sono sentita; ognuno vive questo momento nella propria maniera. È un momento incerto e drammatico, ho preferito fare qualcosa di concreto sperando di poter coinvolgere altri chef. Il mio è un appello affinché ognuno possa mettere a disposizione- nel rispetto delle normative- il proprio sapere per la collettività».
Lo chef è fiducioso e quando gli chiediamo del futuro ci spiega perché dalle difficoltà possono nascere nuove opportunità.
«Sono certo che ci sarà un cambiamento radicale. In questo momento non bisogna farsi troppe domande, ma aspettare che si risolva l’emergenza sanitaria. Dopo bisognerà individuare la strada giusta per affrontare il problema economico. Faremo finta di aver preso un anno sabbatico per riflettere, raccogliere tutte le forze e poi ricominciare».
Un periodo che ci insegna tante cose.
«La prima cosa che ho imparato è il valore del tempo.
Non avevo mai passato delle giornate così intense con la mia famiglia. Fare lo chef è impegnativo, non abbiamo molti spazi per il tempo libero e questo periodo mi lascerà un bel segno. Bisognerà togliere le cose inutili dalla nostra vita e lasciare solo l’utile e l’essenziale. Una cosa che non cambierò è sicuramente la mia idea di cucina. Non rinuncerò al mio progetto, sarò li nel mio ristorante ad accogliere i miei ospiti insieme al mio staff non appena tutto questo finirà.»