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Cia Sicilia: ”Il clima impazzito azzera la produzione di miele di zagara di arance”


Uno scatto del National Geographic ha fatto il giro del mondo, Angelina Jolie coperta di api, anche sul volto, per sensibilizzare l’opinione pubblica contro il rischio estinzione delle api. E’ successo il 20 maggio, Giorno delle Api dedicato alla sensibilizzazione sulle conseguenze di una loro estinzione, perché l’impollinazione è vitale per la nostra stessa esistenza.
Il tema ritorna ora a preoccupare non solo biologi ed esperti del settore, ma anche gli apicoltori siciliani.




La produzione di miele di zagara di arancio è stata quasi azzerata in molte zone della Sicilia, in particolare nell’areale vocato della Piana di Catania  nei Comuni di Palagonia, Ramacca, Scordia, Mineo e Grammichele dove la produzione è stata falciata non raggiungendo neanche il chilo ad alveare. 

A lanciare l’allarme è il presidente di Cia Sicilia orientale Giuseppe Di Silvestro, che chiede alla Regione Siciliana e al Governo nazionale lo stato di calamità naturale per gli apicoltori siciliani.

A rischio anche la produzione in corso di sulla e le successive fioriture di Eucalipto e Castagno queste ultime a causa della mancata cura dei boschi siciliani, infestati dalla cinipide e dalla psilla, due insetti dannosi che provocano l’indebolimento delle piante.  

Gli apicoltori siciliani da mesi sono costretti a spostare le arnie verso areali vocati a fioriture nettarifiche, come la sulla,  sopportando costi considerevoli di trasporto. 
Il nomadismo alla resa dei conti è servito solo a tutelare gli insetti, ma non ha prodotto alcun introito nelle tasche degli apicoltori. 

 Un comparto di grande impatto economico che in Sicilia conta 1200 aziende apistiche e 125 mila alveari e che classifica l’Isola al terzo posto tra le regioni italiane per numero di aziende e famiglie d’api, ma anche per la notevole quantità di miele prodotto. 

Le avverse condizioni meteorologiche delle scorse settimane, con un clima impazzito che ha visto alternarsi freddo, grandine e vento fuori stagione a pioggia di terra gialla proveniente dal Sahara ha causato in questa primavera una mancanza di fonte “nettarifica”. 

In pratica nel momento della fioritura della zagara di arancio, le api a causa del calo termico hanno lasciato le arnie solo per poche ore al giorno, quindi non sono riuscite a produrre nettare e a trasformarlo, ma si sono solo sostentate. 

“Abbiamo spostato le api in pascolo verso zone a quota più alta nei campi di sulla – spiega Nicolo Lo Piccolo apicoltore e componente della giunta di Cia Sicilia Orientale – ma anche lì le condizioni meteorologiche non ci hanno aiutato perché la pioggia di terra gialla del Sahara ha “sporcato” i calici dei fiori rendendoli di fatto inaccessibili alle api. 

Secondo una prima stima il danno alla produzione di miele di sulla e zagara di arancio dell’intera stagione  in Sicilia ammonterebbe al cinquanta per cento. Il presidente Di Silvestro, inoltre, chiede alla  Regione Siciliana interventi adeguati volti ad una maggiore tutela dei boschi dell’Isola attraverso un’azione massiccia di rimboschimento con piante nettarifiche  al fine di  tutelare la biodiversità. “E’ necessario – conclude Di Silvestro – liberare  eucalipti e castagni  da insetti dannosi come la cinipide e la psilla e favorire lo sviluppo di corridoi ecologici per il mantenimento delle api, insetti che costituiscono un importante elemento dell’ecosistema dei nostri territori in quanto svolgono il novanta per cento dell’impollinazione della frutta dell’intero territorio siciliano. La Cia Sicilia Orientale è al fianco degli apicoltori in questo momento in grave difficoltà e chiede a gran voce l’intervento delle istituzioni regionali e nazionali”. 

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