“Batia dell’Arcangelo Gabriele” la destinazione green alle pendici dell’Etna, intervista a Giovanni D’Avola 

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Un posto magico che rispetta l’ambiente, l’accoglienza, la sostenibilità e l’inclusione. 
L’Azienda agricola “La Batia dell’Arcangelo Gabriele” rappresenta una delle destinazioni green più interessanti del panorama siciliano con una memoria vivace ricca di storia in grado di costruire un percorso esperienziale unico per il visitatore.  Tutte le costruzioni sono state realizzate nel 1887 ed hanno avuto il riconoscimento dal comune di Acireale quali edifici appartenenti alla “tradizione  rurale locale”.


Passeggiare all’interno della tenuta, a pochi passi da Acireale, con oltre 10 ettari di terreno, significa immergersi in un passato ricco del fascino di questo ex lascito delle suore dell’Arcangelo Gabriele. Ad oggi mantiene intatta la struttura di produzione del vino ottocentesca e si proietta nel futuro grazie alle innovative tecniche di agricoltura sostenibile. 

L’azienda è aperta al pubblico e offre moltissimi servizi ed esperienze molto originali, visite guidate ai sentieri e al museo, degustazioni e spazi dedicati agli eventi all’aperto, ma è anche un catalizzatore di iniziative sociali dedicate alle scuole e ai più giovani con progetti sulla sostenibilità ambientale. 


Ha un forte impatto green, a partire dai pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia elettrica ed il solare termico per il riscaldamento dell’acqua. L’acqua piovana è convogliata in due grandi cisterne e utilizzata per uso domestico. L’acqua degli scarichi delle cucine e dei lavabi di casa viene riutilizzata per la subirrigazione del terreno. 

Un processo circolare che si arricchisce attraverso un sistema di compostaggio, per la maturazione dell’umido in grado di produrre un fertilizzante totalmente biologico destinato alle coltivazioni in grado di ridurre al minimo gli sprechi sul conferimento di rifiuti organici. 


A prendersi cura dell’azienda di famiglia è Giovanni D’Avola, medico di riferimento per le patologie articolari e reumatiche e tra i pochi in Italia ad utilizzare la medicina rigenerativa con le staminali, anche questa in linea con la filosofia di utilizzare le stesse risorse del corpo umano per riparare se stesso. 
Il dottore D’Avola, ogni mattina all’albeggiare prima di recarsi in studio o in ospedale,  si reca in campagna ed oltre ad  immergersi nella natura segue passo dopo passo la conduzione dell’azienda agricola.

 Un legame profondo e magnetico con questo luogo che viene alimentato dalla memoria. La tenuta negli anni passati, così come acquistato dal nonno materno, era un vigneto e oggi accoglie più di 6 varietà di cultivar tra mandorli, pistacchi, melograni, gelsi neri e limoni nel pieno rispetto delle regole della tradizione contadina, applicando al contempo principi di innovazione sostenibile. 

Tra le peculiarità la coltivazione del Cavolo Trunzu di Aci pregiatissimo presidio Slow Food che si produce in due cicli, da maggio a giugno e da ottobre e novembre e da quest’anno in via sperimentale anche lo zafferano.


La storia della Batia dell’Arcangelo Gabriele ha origini lontanissime, già dagli anni 40 del secolo scorso l’azienda era gestita dalla madre rimasta orfana prematuramente, in seguito affiancata dal marito Pippo D’Avola.
Già in adolescenza tra agosto e settembre, Giovannino D’Avola aiutava il padre a condurre l’azienda e a vendere il vino prodotto nell’annata precedente.
«Ho trascorso qui tutta la mia infanzia e la mia giovinezza e custodisco tutti i miei ricordi più belli in questa azienda a cui dedico parte del mio tempo libero- afferma il dottore D’Avola- mio padre e mia madre sono stati i miei maestri di vita e mi hanno insegnato il valore e il rispetto per la natura. Ricordo ancora con mia madre le passeggiate in bicicletta in campagna e con mio padre le passeggiate in moto e il giorno in cui a 14 anni l’ho convinto a vendere per la prima volta il vino ai consumatori siciliani e non più ai francesi che venivano ad acquistarlo per usarlo come “vino da taglio”. Questa vendita è stata l’inizio di un grande successo, mi divertiva accogliere gli ospiti e raccontare la storia del nostro vigneto, una botte di circa 10000 litri si esauriva in una settimana. Ogni anno era un evento indimenticabile e ogni cliente che aveva acquistato il vino l’anno precedente veniva raggiunto da una cartolina postale, che scrivevo di mio pugno, in cui comunicavo “l’apertura” della botte, pensavo fosse un bel gesto per ringraziare tutti quelli che ci avevano scelti negli anni precedenti». 

La Batia dell’Arcangelo Gabriele è un contenitore ricco di opportunità da cogliere con una serie di servizi culturali a impatto sociale positivo per le aziende, per il settore del turismo e per il mondo del lavoro. 


Qui nasce uno dei primi orti sensoriali pensato per progetti didattici e attività terapeutiche destinato ai non vedenti e molto presto verrà inaugurato un progetto rivolto alle persone con disabilità per favorire la loro integrazione professionale:

 «Ho sempre immaginato questa azienda come un luogo socialmente utile in grado di regalare esperienze uniche al visitatore e di favorire l’inclusività e il rispetto per il prossimo – afferma il dottore D’avola- una destinazione agricola sociale che racconti le bellissime varietà del nostro territorio e la stagionalità dei prodotti. Un luogo dove poter celebrare la vita e festeggiare. Un’esperienza turistica unica e di nicchia da vivere nelle varie stagioni dell’anno grazie alla peculiarità e alla varietà dei nostri frutti. Da qui inoltre partiranno a settembre molti progetti destinati ai giovani e alle scuole con grande attenzione anche alla sostenibilità». 

A fare da cornice al parco che ospita oltre 150 piante c’è poi l’Etna patrimonio Unesco.  Un meraviglioso panorama da ammirare dall’area pic nic e dal tondo del belvedere, da cui vedi Etna e mare, dove organizzare degustazioni e presentazioni di libri. A pochi passi è possibile immergersi in una passeggiata nel bosco incantato che ancora oggi mantiene intatta l’energia dei suoi alberi secolari implementati un trentennio fa dal fratello Mario, adesso sacerdote. Qui da maggio a ottobre si celebrano compleanni, nozze e anniversari eco-friendly. 





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Simona Scandura

Le good news come stile di vita.
Ama i fiori, i cani e il caffè, cucina bene solo col Bimby.
Laureata in Giurisprudenza, docente di comunicazione politica istituzionale e sociologia della comunicazione, da diversi anni dirige alcune testate giornalistiche rivolte a professionisti e Pubblica Amministrazione.
E' direttore di EnergiainComune, la rivista green sulla sostenibilità e l'efficienza energetica che guarda al futuro. Iscritta all'albo dell'ordine dei giornalisti dal 2009 con un passato da cronista televisiva.
Specializzata in Digital Pr e Uffici stampa, ha collaborato con diversi periodici regionali, nel 2021 ha avviato insieme al fratello, l'Ing. per l'ambiente e il territorio Pier Francesco Scandura, un'agenzia di comunicazione per aiutare le aziende a diventare green.

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