Cosa accade quando dieci sconosciuti decidono di abbandonare ogni ruolo, condividere le proprie fragilità e mettersi in ascolto, insieme?
“Le mie mani” è il documentario, racconto di un’esperienza intensa, trasformativa, nata dall’incontro tra vite, emozioni e domande profonde. Il documentario, ideato da Mirko Leuzzi e diretto da Stefano Scuderi, sarà proiettato domenica 8 giugno alle ore 21:00 in Piazza Scammacca a Catania, nell’ambito della rassegna ArtLand, curata da Antonietta Invernizio.
«Un ritorno all’essenziale, dove l’arte non è cornice, ma sostanza dell’esperienza», afferma Stefano Scuderi, regista catanese, che con questo film torna nella sua città restituendo uno sguardo delicato, asciutto, capace di cogliere l’intensità dei gesti e dei silenzi. “Le mie mani” è un’esperienza artistica collettiva ideata da Mirko Leuzzi, in cui un gruppo di partecipanti si ritrova per alcuni giorni in un luogo isolato, immerso nella natura, per condividere tempo, vissuti e ricerca. Non si tratta di un percorso didattico, ma di una convivenza creativa, costruita giorno dopo giorno attraverso ascolto, dialogo, confronto. Il fare artistico nasce dal quotidiano e dalle relazioni che si creano: ogni gesto, parola o silenzio può diventare traccia da cui emergono opere, intuizioni, trasformazioni.
La seconda edizione – documentata con sensibilità dal regista Stefano Scuderi – ha posto al centro il tema della sessualità, affrontata come territorio delicato e complesso, dovememoria, identità, corpo e parola si intrecciano e si rivelano attraverso il confronto e la creazione condivisa.
Questa edizione prende forma a partire da un’urgenza personale dell’artista Mirko Leuzzi, che, dopo un periodo di crisi e rinnovamento vissuto a Catania, ha dato vita a un’esperienza capace di trasformare la fragilità in materia relazionale e artistica. A fare da cornice è Ca’ Vamperti, un casale ottocentesco immerso nel verde delle colline toscane, nel comune di Londa. In questo luogo isolato e silenzioso, dieci partecipanti – senza limiti di età né requisiti artistici – hanno vissuto alcuni giorni di condivisione, ricerca e ascolto reciproco, lontani dalle urgenze del quotidiano. Un tempo sospeso, dove la creazione nasce dall’incontro umano e dalla possibilità di esporsi con autenticità.
Dal percorso sono nate dieci opere originali, tracce tangibili di un lavoro complesso, ma soprattutto uno spazio relazionale autentico, in cui l’arte non è fine a se stessa, ma strumento per trasformare l’esperienza in consapevolezza. È in questo contesto che prende forma il documentario di Stefano Scuderi, capace di restituire – con forza e discrezione – le domande profonde emerse durante il cammino collettivo. Interrogativi che non cercano risposte facili, ma che abitano i corpi, i silenzi, le parole e i gesti di chi ha preso parte all’esperienza: Come riconoscere che la malvagità può abitare la propria casa? Perché la paura si può imparare nelle braccia di chi si ama? Perché l’animo umano è chiamato a confrontarsi con l’insicurezza della virilità?
Sono riflessioni che attraversano l’intero percorso e che il film lascia affiorare con delicatezza, rivelando la profondità di un confronto autentico. La regia di Scuderi si distingue per la sua capacità di osservare senza invadere. La camera diventa uno strumento di ascolto, non di controllo: cattura sguardi, esitazioni, trasformazioni, e accompagna lo spettatore con rispetto. Nessuna voce narrante, nessuna costruzione imposta: solo ciò che accade davvero.
“Le mie mani” non è un semplice documentario, ma un atto di restituzione autentico, dove l’arte non serve a rappresentare qualcosa, ma a trasformarlo. Non c’è performance, ma presenza; non risultato, ma relazione.
La proiezione dell’8 giugno sarà anche un’occasione di incontro con il pubblico. Mirko Leuzzi e Stefano Scuderi saranno presenti in sala per un dialogo al termine della visione.
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
Prenota qui.