7 comandamenti che ci lascia NOT – Rassegna vini franchi

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Stefano Amerighi (a sinistra) vignaiolo in Cortona, protagonista della rivoluzione naturale in Toscana al NOT 2020

Vini come partoriti dalla terra nei quali l’imprinting del terroir è il tratto distintivo, la firma, che in effetti li rende autentici vini d’autore. Tentare di etichettare il vino naturale e di racchiuderlo dentro è una definizione è come cercare di catturare l’aria.

E’ questa una delle lezioni di NOT- Rassegna vini franchi, la manifestazione che grazie al suo articolato programma dal 18 al 20 gennaio ha trasformato Palermo in una capitale del vino.

Il successo della manifestazione non è misurabile solo in termini di affluenza (che è stata notevole soprattutto considerato l’argomento di nicchia) ma occorre percepire il cambiamento, la trasformazione che NOT porta avanti.

Una filosofia che dalla vite si allarga alla vita: l’impegno ambientale, la tutela e il rispetto del paesaggio, le storie di rientro dei tanti giovani che sono tornati per coltivare le campagne dei nonni, sono tantissime le motivazioni che spingono sempre più produttori ad avvicinarsi a questo mondo etico, dove le sfide e i rischi non mancano.

NOT – Rassegna vini franchi ha affermato che è il momento di farcela: il mercato è interessato, il pubblico è più sensibile ai temi locali e territoriali e ha sempre più voglia di scoprire cosa c’è dietro le bottiglie e chi sono i vignaioli.

Palermo è stata per 3 giorni brillantemente al centro di un movimento etico-culturale, sposato e partecipato da più di 130 cantine provenienti soprattutto dalla Sicilia ma anche da Calabria, Basilicata, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna.

Il mondo del vino siciliano dimostra che è possibile scoprire il territorio attraverso le cantine e sostenerlo, visitandolo e scegliendolo anche in enoteca: è anche grazie a queste piccole scelte che si innescano circoli virtuosi di economia green dove la sostenibilità è un paradigma possibile.

Cosa distingue un vino “convenzionale” da uno naturale? Il rifiuto delle agricolture intensive e chimiche è il primo importante bivio tra le due tipologie di produzione, ma poi è l’etica che “pesa” in un vino naturale:

  • la voglia di NON aggiungere altri ingredienti che possano preservare il vino da possibili evoluzioni, della serie prendiamoci tutto quello che viene…
  • la necessità di NON sfruttare fino all’impoverimento i suoli
  • NON sfruttare il prezioso lavoro dell’uomo
  • sperimentare ma NON modificare o forzare la natura, anzi assecondarla
  •  il profitto è necessario ma NON è il solo valore del vino
  • in una sorta di elogio della lentezza ogni passaggio ha bisogno di un tempo che NON si può stabilire a tavolino come si fa con i business plan, dunque tempo al tempo nonostante costi
  • il risultato può NON essere perfetto ma rispetto a cosa, a quali parametri? Chi decide cosa è buono o cattivo se non il consumatore finale stesso?

L’atmosfera di NOT ci lascia in eredità insegnamenti e riflessioni, maturati in un clima di festa che ha contaminato anche la città con NOT OFF la parte fuori salone che ha esplorato la Palermo gastronomica con serate tematiche insieme a produttori.

Il momento è perfetto per mettere a frutto secoli di millenaria esperienza enologica in Sicilia, il panorama non è mai stato così variegato e l’offerta così ricca, adesso verrà il difficile: continuare a meritarci questa attenzione attraverso corrette strategie di accoglienza, comunicazione ed export.

Foto Credit: Alberto Rossi.

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Valeria Lopis

Mamma ai tempi di whatsapp, sommelier e winelover appassionata, lettrice seriale, 100% made in Catania ma con tanta voglia di importare usi e costumi nord europei, a cominciare dal loro design, così dopo una bella laurea in scienze politiche e tante collaborazioni nel mondo della comunicazione, inizia il suo lavoro nel mondo del design come arredatrice d'interni presso un prestigioso show room catanese. Social quanto basta, orgogliosa proprietaria di un vespone dell'82, a bordo del quale il mondo è sempre un posto bellissimo, capta pensieri ed energie, come tutte le donne è geneticamente predisposta a fare circa 10 cose contemporaneamente, ogni giorno è un nuovo giorno ma la domenica è sempre troppo breve!

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