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Gianluca Costanzo, l’energia di un giovane imprenditore

Un appuntamento nel cuore di Catania, nella vecchia zona industriale della città che da qualche anno sta vivendo un percorso di rigenerazione urbana, di rivalutazione, di innovazione.
È in via Indaco, al SAL – Spazio Avanzamento Lavori – il borgo creativo che suo padre ha immaginato e in cui lui ha fortemente creduto (e investito, “perché è tutto realizzato con capitali privati”) che incontro Gianluca Costanzo.

Ventinove anni, catanese, stesso sorriso, stessa poliedricità, stesso spirito imprenditoriale di Seby, Gianluca è un coraggioso figlio d’arte. Coraggioso perché non ha cambiato strada, pur avendo un’eredità professionale difficile da cogliere, in un momento in cui la scelta più facile sembrava essere Roma, o Milano o l’estero, chissà.

“Dopo l’università, anzi appena finita l’ultima materia, ho capito che era tempo di dare una mano. Mio padre voleva che restassi nella Capitale, dove stavo concludendo il mio percorso di studi in International Management alla Link Campus University, ma io avevo voglia di tornare in Sicilia e di scommettere su una terra difficile ma bellissima, in un momento buio per la storia imprenditoriale della mia famiglia.”

Coraggioso Gianluca, ottimista e in continuo movimento. “Ho iniziato così, nel 2011, quasi dimenticandomi di scrivere la tesi, preso dall’entusiasmo di una piccola società che mio padre mi aveva affidato. A fine anno – con grandi e inaspettati risultati ottenuti – non poteva credere ai suoi occhi; e forse all’inizio non avevo capito nemmeno io dove sarei potuto arrivare. Ma l’impegno e la fiducia premiano sempre”.

Fiducia e competenza, impegno e innovazione, i suoi principi cardine. “La fiducia è fondamentale nelle aziende moderne. Non si può pensare di seguire ogni idea, ogni opera, nel dettaglio, bisogna avere un team di cui fidarsi, ciascuno con le proprie responsabilità e la propria competenza. Delegare per fare di più e per fare meglio, per crescere e seguire i cambiamenti. Mio padre mi chiede ancora come faccia a controllare tutto senza esaminare ogni singolo progetto, ma anche questo è guardare avanti. E io dell’innovazione ne ho fatto uno stile di vita.”

È un innovatore, Gianluca. La sua ricetta ha come ingredienti la passione, il cervello, la creatività e tanto cuore. Nel 2012, con “un euro bucato e pochi fedelissimi più folli me” (di lui, ndr) si dedica al suo più grande progetto: Cogiatech, che offre soluzioni e servizi energetici integrati per contribuire allo sviluppo sostenibile, attraverso la riduzione dei consumi e dell’impatto ambientale. Nella sua start up investe tempo e pazienza per avere credito dai fornitori, andando giorno per giorno a trovarli, per convincerli che qualcosa di importante poteva nascere con un po’ di – e qui ci risiamo – fiducia.

“Ho bussato a tante porte per farmi ascoltare, ho rinunciato a qualche cena nei momenti in cui dovevo spingere di più, ma non mi sono mai privato di uscire con gli amici anche con il rischio di stare 48 ore di fila sveglio per lavorare. Dopo quasi 5 anni, con impianti in tutta la Sicilia, siamo leader nel mercato per la gestione di infrastrutture del patrimonio pubblico e privato, abbiamo un fatturato stabile e 50 persone che ogni giorno lavorano ai nostri progetti. E mi sto impegnando per passare lo Stretto”.

D’altronde di contatti ne ha tanti in giro per l’Italia. Viaggia spesso, per lavoro, per studio e per la sua grande passione: l’associazionismo. Già a 18 anni entra a fare parte dei Giovani di Confindustria e sa quanto sia importante fare rete al giorno d’oggi: “Networking e preparazione sono fondamentali, due facce della stessa medaglia. Devi essere specializzato nel tuo campo e devi confrontarti con gli altri, che hanno visioni ed esperienze diverse dalla tua: è la squadra che fa crescere, il dialogo, non le guerre all’interno dello stesso settore”.

E di specializzarsi Gianluca non ha ancora finito: dopo un Master in Energy Management al Politecnico di Milano – conseguito lo scorso anno – gli piacerebbe una breve esperienza all’estero. “Te ne andresti dalla Sicilia?” – gli chiedo –  Mai. E non cambierei nulla di ciò che ho fatto finora e faccio ogni giorno. O forse sì: un po’ di sport in più non mi farebbe male.”

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